“Il Movimento 5 Stelle ha fatto già piuttosto danni sul caso Ilva e eviterei di aggiungere confusione al danno già fatto. Il caso Ilva è un caso drammaticamente serio. Si può conciliare ambiente e produzione, certamente sì”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Giovanni Toti questa mattina, prima dell’inizio del consiglio regionale monotematico sul caso Ilva, aperto con un minuto di silenzio dell’aula per ricordare la memoria di Edoardo Pizzirani, il giovane lavoratore morto nei giorni scorsi.
Dopo il minuto di silenzio sono stati ascoltati in seduta pubblica i sindacalisti Fabio Ceraudo, Armando Palombo e Rocco Genco che hanno lanciato un appello alla politica affinché si metta in moto per scongiurare il rischio chiusura dello stabilimento di Cornigliano che conta oltre mille lavoratori. Palombo ha ricordato l’importanza dello stabilimento genovese, leader nella produzione del settore della siderurgia.
“Fa notizia – ha spiegato Palombo, coordinatore dell’rsu dello stabilimento di Cornigliano – il fatto che non scioperiamo, e non lo facciamo perché la gente ci chiede qual è l’obiettivo in una confusione totale di cui il primo responsabile è Arcelor Mittal, a cui il pretesto ha dato il governo italiano. È un balletto politico che non ci piace, dove tutti speculano, ma in mezzo al tritacarne ci rimaniamo noi”.
“Sull’Ilva – ha aggiunto il governatore Toti alla stampa – c’è un piano di ambientalizzazione, c’è un accordo, c’è un contratto, prevedeva lo scudo legale che è stato abolito con il voto del Movimento 5 Stelle, ma anche del Partito Democratico e di Italia Viva che oggi piangono lacrime di coccodrillo. Io credo che il governo e il parlamento debbano rimediare a questo errore che è il prerequisito per tornare al tavolo, avere ragione e non consentire a Mittal di accampare scuse per rinegoziare a suo favore le condizioni”.
Toti è intervenuto sull’apertura di Mittal a rivedere il piano di esuberi. “Mi auguro che torni al tavolo – ha detto – il problema è che ci torni il nostro governo con le carte in regola, quindi con la ragione dalla sua parte. È una trattativa complessa, ma semplice nella sua essenza, c’è un contratto, c’è un piano di reindustrializzazione, c’è un tema di rilancio dell’acciaio, ci sono investimenti della multinazionale nel nostro paese, c’è stato un bando di gara che Mittal ha legittimamente vinto. L’unica cosa che questo governo non può fare è dare un segnale di inimicizia verso chi viene a investire in questo paese, e soprattutto sedersi a un tavolo in una situazione di debolezza”.
Toti ha risposto anche sull’intervento della magistratura e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Credo sia la prima volta che un presidente della Repubblica si occupa di un caso di politica industriale, questo gli fa onore e siamo tutti felici che lo abbia fatto. Quando la politica abdica e lascia alla magistratura le politiche industriali, di sviluppo di un paese, credo che abbia già fallito come è sotto gli occhi di tutti che abbia fallito questo governo”.
“Ai lavoratori di Cornigliano – ha aggiunto – dico quello che ho già detto, che Genova è con loro, che ambiente e produzione possono essere conciliati, che l’acciaio è una produzione strategica per le nostre navi , per le nostre automobili, per i nostri frigoriferi, per le nostre lavatrici, per tutto quello che si fa in una potenza industriale come l’Italia, che non ci rassegneremo come Regione Liguria, Giovanni Toti e il centrodestra a vedere un paese industriale declinare per scelte folli e ideologiche sbagliate del Movimento 5 Stelle al governo e di chi come il Pd e Italia Viva loro alleati che oggi hanno deciso supinamente di subire e seguire queste scelte”.
“Noi siamo quelli che rispettano sempre i patti – ha sottolineato il sindacalista Fim Cisl Rocco Genco – rispettiamo l’accordo del 6 settembre 2018, rispettiamo l’accordo di programma, rispettiamo tutti gli impegni che un lavoratore ha nei confronti del datore di lavoro. Probabilmente altri non fanno la stessa cosa, c’è stato secondo me un errore da parte del governo a dare un assist all’imprenditore che non vedeva l’ora di riceverlo per risolvere problematiche in essere”.
In aula è in corso la discussione sulle mozioni presentate dal consigliere della Lega Franco Senarega, del gruppo misto e di Italia Viva, del Pd e del Movimento 5 Stelle, quest’ultima che mette al centro la bonifica da amianto della centrale termoelettrica dell’ex Ilva.
È arrivata tuttavia la proposta di raggiungere un accordo per presentare una mozione unitaria tra tutti i gruppi consiliari.