I tecnici di Banca d'Italia hanno presentato presso la sede genovese dell'Istituto la pubblicazione “L’economia della Liguria – Aggiornamento congiunturale – Novembre 2019”. Il documento traccia un quadro del momento economico non certo dei migliori, indicando nel complesso il rientro dei timidi segnali di ripresa che si erano manifestati nei primi mesi dell'anno, e una sostanziale stagnazione a novembre 2019.
"Nei primi nove mesi del 2019 l'economia ligure ha ristagnato - spiega la direttrice dell'istituto genovese Marina Vallone -. Il settore industriale ha arrestato, insieme al terziario, i segnali di timida crescita che stava manifestando, mentre le costruzioni passano da una situazione di sostanziale contrazione dilunga durata a un quadro di maggiore stabilità. Non dobbiamo dimenticare che viviamo un momento congiunturale difficile a livello internazionale, con 'economia tedesca che sta rallentando, ci sono tensioni sui dazi. Paghiamo questo rallentamento globale, con l'aggiunta di un quadro politico incerto, che contribuisce a rendere la situazione più ostica".
Il quadro economico per la Liguria a novembre 2019 sintetizzato dalla direttrice della sede genovese di Banca d'Italia, Marina Vallone:
La produzione delle aziende industriali è rimasta sostanzialmente invariata. Nel terziario la movimentazione merci presso i porti liguri e i flussi turistici hanno subito una lieve contrazione; vi si sono contrapposti l'aumento delle transazioni di immobili residenziali e la tenuta del comparto commerciale. Le aspettative sui livelli di attività, raccolte in occasione del sondaggio autunnale della Banca d'Italia presso le aziende industriali e dei servizi, sono improntate alla prudenza. La spesa per investimenti fissi nell'intero 2019 è attesa segnare un leggero incremento rispetto all'anno precedente; malgrado favorevoli condizioni di accesso al credito, su una più robusta progressione dell'accumulazione di capitale pesa l'elevata incertezza del contesto macroeconomico.
"Anche il mercato del lavoro ha subito un calo rispetto a quanto abbiamo raccontato a giugno dello scorso anno - aggiunge la dottoressa Vallone -. Nel 2018 c'era stata una certa ripresa, alla quale oggi si è sostituito un leggero calo dello 0,4%. Non ci sono altri indicatori rispetto al passato, come la partecipazione al mercato del lavoro che è invariata, che ci consentano di spiegare l'inversione di tendenza con qualcosa di diverso dalla stagnazione complessiva delle attività economiche liguri"
Il numero di occupati ha registrato nel primo semestre una leggera flessione, a causa del calo degli addetti alle dipendenze, a fronte di un parziale recupero di quelli autonomi. Per i primi è però proseguita la tendenza alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro. In Liguria persistono situazioni di crisi o di ristrutturazione di aziende industriali cui sono diretti i principali interventi di integrazione salariale, che nei primi nove mesi dell'anno hanno riportato un aumento significativo.
Al netto dei casi di crisi, la situazione economica e finanziaria delle imprese liguri si è mantenuta positiva. La domanda di finanziamenti rivolta al sistema bancario è stata debole, dato anche il ricorso da parte di alcune grandi aziende a canali alternativi quali il mercato obbligazionario e le operazioni infragruppo. In questo contesto i prestiti bancari al settore produttivo si sono ridotti in tutti i principali comparti, nonostante condizioni di offerta rimaste stabili e distese.
La qualità del credito è ulteriormente migliorata; le costruzioni, tuttavia, continuano a caratterizzarsi per una rischiosità più elevata rispetto agli altri comparti. I finanziamenti alle famiglie hanno proseguito ad aumentare, in misura maggiore nella componente del credito al consumo. I tassi sui nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni non si sono discostati dai livelli, storicamente bassi, della fine del 2018.