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Attualità | 08 novembre 2019, 17:00

Last Train Home: la storia di un pendolare

Scopriamo chi è Egomet, il pendolare che ogni giorno viaggia, tra un'avventura e l'altra, da Genova a Milano, andata e ritorno

Last Train Home: la storia di un pendolare

The Voice: Buongiorno Egomet!

Egomet: Buongiorno a lei!

The Voice: First of all…

Egomet: La prego, parli pure in italiano. Conosco sì l’inglese ma non lo parlo in maniera così fluente.

The Voice: Ok… pardòn. Va bene. Prima di tutto, mi dica: perché questo nickname “Egomet”?

Egomet: Beh, ad essere sincero, ormai non è più solo un nickname ma soprattutto ai tempi d’oggi, dei social, in cui si comunica in maniera sempre più smart, usare il mio nome di battesimo (che peraltro a me piace tantissimo) sarebbe un po’ banale. Diciamo che oramai mi identifico in ciò che esso rappresenta.

The Voice: Appunto, Egomet ossia, traducendo dal latino, “io, proprio io”. Un po’ egocentrico e autoreferenziale, non trova?

Egomet: Sì, potrebbe apparire tale ma quando scelsi il mio primo nick, agli inizi dell’utilizzo da parte mia della Rete, primi anni 90’, fare ricorso a questo termine mi sembrò naturale perché, in un mondo che già all’epoca era dominato dagli inglesismi, avvalermi delle mie reminiscenze scolastiche classiche fu per me naturale ma anche stimolante perché dava un tocco di originalità. E poi “io, proprio io” non è tanto una forma di egocentrismo quanto il legittimo desiderio di rappresentare la mia personalità, il mio modo di essere, poco incline alle mode e agli standard comuni.

The Voice: Ok, veniamo a lei e alla sua esperienza di pendolare tra Genova e Milano… o, usando l’ennesimo inglesismo, la sua esperienza di commuter…

Egomet:… sì, in effetti, commuter suona molto bene, decisamente più accattivante del termine pendolare che da’ l’idea di una monotona ripetitività un po’ avvilente.

The Voice: Dicevamo, da quanto tempo lei fa il commuter?

Egomet: Ho iniziato nel 2011. Lavoravo a Milano già da alcuni anni dove pure risiedevo ma per sopravvenuti motivi di famiglia, decisi di tornare a vivere a Genova pur mantenendo il mio posto di lavoro a Milano.

The Voice: E come fu il suo impatto con i ritmi di vita del pendolare?

Egomet: Sinceramente la vissi da subito in termini abbastanza positivi. Non tanto perché il trasporto ferroviario sulla tratta Genova-Milano sia particolarmente smart, piacevole, ma perché ebbi modo di entrare in contatto con situazioni di vita e con persone interessanti. Certo, passare da tempi di percorrenza del tragitto casa-ufficio (e viceversa) di circa 15/20 minuti a quelli che richiedono gli attuali mezzi di trasposto su rotaia ossia 100 minuti (al netto dei purtroppo fisiologici ritardi) è stato un po’ impattante per non dire decisamente pesante. E dire che io abito sopra Brignole e quindi impiego 5 minuti o poco più per raggiungere la stazione uscendo di casa

The Voice: Ma perché parla di “fisiologici ritardi”?

Egomet: Uso l’aggettivo “fisiologici”- anche se sarebbe più appropriato l’aggettivo “patologici” viste le non indifferenti ricadute, fisiche e psicologiche, che si riscontrano su chi utilizza quotidianamente il treno per raggiungere il proprio posto di lavoro a Milano partendo da Genova e dalla Liguria -perché la linea ferroviaria Genova-Milano è costituita da infrastrutture abbisognevoli di massicci interventi di manutenzione e di ammodernamento ed è servita da materiale rotabile (sì, insomma, i treni intendo) tutt’altro che efficiente e non tale da garantire condizioni di viaggio confortevoli e con tempistiche ragionevoli.

The Voice: Ma mi scusi, non si stanno completando i lavori per il Terzo Valico? Non garantirà tale opera tempi di percorrenza con il treno tra Genova e Milano al di sotto dei 60 minuti?

Egomet: Guardi, innanzitutto mi permetta una puntualizzazione lessicale. Io non amo, anzi non sopporto, che si parli in termini di “grandi opere” et similia, ma piuttosto di infrastrutture, utili e necessarie per il nostro Paese oltre che essenziali per Genova e la Liguria. E il “Terzo Valico” è certamente una infrastruttura importantissima per il trasporto merci perché permetterà di servire il porto di Genova attraverso vie di comunicazione su rotaia efficienti, capienti e sicure anziché attraverso l’autostrada A7 che in direzione Genova, da Busalla in poi, è una sorta di tracciato di rally, con curve molto pericolose. Premesso ciò, faccio presente che il “Terzo Valico” – che quindi è infrastruttura prioritariamente importante per il trasporto merci ma potrà certamente essere utile per il trasporto passeggeri - verrà completato non prima del 2025 ma soprattutto una volta completato consentirà il transito di convogli ad alta capacità veloce, per 53 km, fino alla Piana di Novi. Per raggiungere Tortona, Voghera, Pavia e soprattutto Milano sarà altrettanto fondamentale che si realizzi il quadruplicamento della linea ferroviaria (attualmente costituita da due soli binari, uno a salire ed uno a scendere) tra Tortona e Milano passando attraverso la provincia pavese: quadruplicamento di cui si parla da anni ma che non è nemmeno stato avviato per quanto concerne le attività strumentali alla sua messa in opera (espropri, etc) e la cui mancata realizzazione renderà utopistico percorrere Genova-Milano in 50/60 minuti anche quando sarà terminato il “Terzo Valico”.

The Voice: Capisco. Ma torniamo alla quotidianità della vita del pendolare. Mi ha detto che, nonostante le difficoltà del viaggiare tutti i giorni lavorativi, vuoi per i problemi di linea che per quelli relativi alla qualità dei treni, lei ha modo di vivere situazioni interessanti: mi può dire qualcosa di più?

Egomet: Diciamo che, come in tutte le situazioni della vita anche quelle più impegnative e stressanti (per esempio: sul posto di lavoro), tendo sempre a cogliere i risvolti positivi e, se possibile, gratificanti. Viaggiando in treno tutti i giorni, se proprio non vuoi isolarti e chiuderti dentro te stesso (e mi creda: ce ne sono pendolari di questo tipo), cerchi di far trascorre le ore che passi a bordo allacciando relazioni umane e vivendo con più leggerezza la non facile vita del pendolare. Per esempio in questi anni sono entrato in contatto con un gruppo di persone con le quali si è creato un rapporto sempre più intenso e da questo connubio di individui pur con caratteri diversi si è creato un bel team di “compari” con i quali, per esempio, ci siamo inventati il rito dell’aperitreno.

The Voice: Aperitreno? Ma davvero? E come lo organizzate? In cosa consiste?

Egomet: Guardi, gliene parlerei volentieri ma tra poco parte il mio treno e devo andare in stazione velocemente. Ma se a lei e a vostri lettori interessa questo argomento così come gli altri aspetti della vita da pendolare, avrò piacere di raccontarli in altre occasioni. La vita di noi commuters è certamente impegnativa per non dire pesante ma offre spunti certamente interessanti e, a volte, anche molto piacevoli.

The Voice: Benissimo. Alla prossima allora…e buon viaggio!

Egomet: Incrociamo le dita! Grazie!

Egomet

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