La cimice asiatica (Halyomorpha halys) si è diffusa in Italia a partire dal 2012 e durante l’anno successivo provocando, con il passare del tempo, danni molto ingenti alle produzioni agricole su tutto il territorio nazionale. In particolare ai noccioleti, ma anche a molte varietà frutticole, poi all’orticoltura e alla silvicoltura.
Un progetto di ricerca Haly-End, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo attraverso 300mila euro è partito nella vicina provincia di Cuneo. Lo hanno portato avanti il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino con i docenti Luciana Tavella e Alberto Alm insieme ai tecnici della Coldiretti coordinati dall’agronomo Lorenzo Martinengo.
In tre anni si sono impegnati, attraverso esperimenti in campo e in laboratorio, a individuare un sistema biologico di lotta all’insetto dannoso in modo da contenerne la proliferazione. L’antagonista della cimice è stato trovato: una piccola vespa (Anastatus bifasciatus) che è già presente nel nostro contesto ambientale e depone le proprie uova all’interno di quelle della “collega” asiatica. Avendo la capacità di riprodursi in modo decisamente maggiore può, di conseguenza, limitare in maniera determinante lo sviluppo del parassita nocivo.
Nello scorso mese di luglio, tra i noccioleti della Tenuta Torre Rossaro di Cherasco è avvenuto il lancio in campo di un migliaio di esemplari della vespa. Così da poter valutare gli effetti dell’intervento e, durante alcuni mesi di osservazione, verificare poi come tradurlo in azioni concrete di contrasto alla cimice da mettere a disposizione del mondo agricolo. Al momento proseguono i test di controllo riguardanti il progetto.
Intanto, però, sul problema si è mossa anche il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova. Nella Legge di Bilancio 2020, la cui discussione in Parlamento si aprirà nei prossimi giorni, è stato programmato, per il periodo 2020-2022, l’inserimento di una prima dotazione finanziaria di 80 milioni di euro a favore delle imprese danneggiate dalla cimice asiatica: “Siamo consapevoli - ha detto - che le risorse previste in questa prima fase rappresentano un segnale importante, ma non sufficiente. Perciò, avvieremo un confronto e coinvolgeremo tutte le forze politiche e le Regioni affinché si possano unire gli sforzi per incrementare i contributi nell’iter del dibattito e dell’approvazione della Legge alla Camera e al Senato. Inoltre, ci faremo promotori di una sessione dedicata della Commissione Politiche Agricole per condividere, con le stesse Regioni, il metodo e i nuovi obiettivi necessari ad avviare la riforma del Fondo di Solidarietà Nazionale. Infatti, i mezzi attualmente disponibili per combattere i cambiamenti climatici, di cui anche la cimice è una conseguenza, non sono più adatti”.
Quindi? “La riforma del Fondo di Solidarietà Nazionale deve essere accompagnata anche dall’introduzione di nuovi strumenti assicurativi e dallo sviluppo dei fondi di mutualità. Convocheremo un Tavolo con tutti gli attori interessati per individuare cosa possa servire nella gestione dei rischi in agricoltura”. Ma non solo. “Le imprese colpite dalla cimice sono in grave sofferenza e la loro situazione è aggravata dall’indebitamento rispetto alle banche. Cercheremo un confronto con l’Associazione Bancaria Italiana per verificare la possibilità di una moratoria sui mutui in essere”.