E' partito a marzo l'iter di Regione per l'autonomia differenziata della Liguria, ed è stato approvato dalla Giunta regionale il documento che ha dato l'avvio al percorso per arrivare alla gestione autonoma di una serie di materie e temi specifici. Lo stesso processo, anche se con un diversa articolazione specifica sui contenuti, è in corso anche per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Il cambio di esecutivo a Roma, tuttavia, ha imposto una revisione complessiva del processo, portata avanti anche attraverso una serie di incontri sul territorio da parte del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, che oggi era Genova per confrontarsi con il governatore Giovanni Toti sulle sorti dell'autonomia ligure. Il governo, accusato dalle opposizioni di voler stoppare il processo di decentramento, replica che invece è allo studio una legge quadro sul tema, che avrà il compito di fare chiarezza e costruire un cornice normativa capace di orientare in maniera costruttiva le trattative con le varie Regioni.
"La legge quadro è una cintura di sicurezza che consente a tutte le aree del paese con un ritardo nello sviluppo di avere sempre lo Stato alle spalle - chiarisce il ministro Boccia a margine della conferenza stampa dedicata al tema delle autonomie -. L'articolo 3 della Costituzione ci impone di intervenire per rimuovere ostacoli di ogni ordine economico e sociale, non dobbiamo mai dimenticarlo. Questo meccanismo che abbiamo costruito consentirà a Comuni e Città Metropolitane di avere certezze, e non permetteremo che i limiti del centralismo statale vengano scaricati sul centralismo regionale, che esiste. La legge quadro serve a questo, occorre leggerla come 'autonomia che esalta la sussidiarietà; poi ognuno è giusto che vada per conto proprio".
"La Liguria - prosegue Boccia - sta chiedendo alcune cose che sono figlie della storia e delle caratteristiche orografiche di questo splendido territorio; sono bisogni che ha il territorio, la Toscana e la Lombardia hanno richieste diverse, ma la cornice generale deve essere uguale per tutti. Ogni regione credo che voglia in buona fede raggiungere un maggior livello di autonomia, ma lo deve fare senza mettere a rischio certi equilibri, e io sto lavorando per questo".
"Quella dell'autonomia è una grande occasione non solo per la Liguria, ma per tutte le regioni d'Italia- spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Non si tratta naturalmente di mettere in discussione l'unità nazionale o il principio solidaristico tra i territori, ma di tenere conto delle diverse specificità locali, di valorizzare gli aspetti migliori e più strategici di ogni angolo d'Italia. La Liguria ha caratteristiche che la differenziano da ogni altro luogo in Italia e nel mondo: l'autonomia consente di prendere decisioni e fare investimenti mirati in settori strategici e di effettuare scelte che avranno ricadute estremamente positive sui cittadini e le imprese, proprio perché tarate sulle peculiarità della nostra regione. A questo punto attendiamo di scoprire dal governo quali scelte intende adottare".