"La Giunta comunale Bucci ha un nuovo progetto di sicurezza per la zona del centro storico di Genova definito 'Movida': nuove telecamere per osservare la zona con più attenzione rispetto a ora. Ma si tratta dell’intervento giusto?", chiede la capogruppo regionale Alice Salvatore.
"Genova è una delle città che presenta un alto numero di telecamere di sicurezza installate: il problema di un quartiere però non può essere affidato solo agli occhi di un 'Grande Fratello' che spiano su ciò che accade. Soprattutto in una zona molto trafficata e vissuta come quella presa in considerazione - prosegue la copogruppo 5 Stelle in Regione -. Il progetto messo a punto dal Sindaco Bucci prevede nella fattispecie l’installazione di 17 nuovi dispositivi che si andranno ad aggiungere ai 466 già parte del sistema di videosorveglianza cittadino. Nessuna di loro però farà aumentare la sicurezza della zona. È importante comprendere che combattere la delinquenza non passa solo attraverso l’osservazione dei fatti: che può aiutare a chiarire le dinamiche di un furto o di un’aggressione, ma allo stesso tempo è facilmente ingannabile con l’uso di un cappuccio o un cappello che impediscano il riconoscimento del viso. Quel che deve essere modificata e potenziata è la presenza delle Forze dell’Ordine nella zona: maggiori unità devono essere destinate al controllo della Movida".
"In questo modo sarà possibile per i cittadini sentirsi veramente sicuri e poter contare su un’assistenza valida contro la criminalità - conclude Salvatore -. Al momento, il nuovo progetto di sicurezza della Giunta Bucci è al vaglio della Regione, la quale dovrà a sua volta esprimersi sull’erogazione dei fondi necessari: tra le richieste vi è anche una serie di nuove dotazioni per la Polizia Locale, oltre alle diciassette telecamere da installare. L’assessore alla Polizia locale e centro storico del Comune di Genova, Stefano Garassino, ha dichiarato che l’obiettivo posto è arrivare ad 'avere attivi in tutto 800 impianti in città. "Ma un numero maggiore di impianti però serve a poco se non ci sono le risorse umane a lavorare direttamente sul territorio. Una ripresa del reato non è di nessun conforto alla persona che ne rimane vittima: l’essere aiutata nel momento in cui il fatto accade e una presenza costante delle autorità fanno invece sicuramente sentire i cittadini più sicuri e protetti. È per questa ragione che intendo trovare il percorso giusto da sviluppare: comprendere quali sono le reali necessità e rispondere con soluzioni sono l’unico strumento utile ad aumentare davvero la sicurezza di un quartiere. Approccio ancor più valido per uno così trafficato come quello della Movida, dove la tempestività dell’intervento può fare davvero la differenza. Un vandalo o un rapinatore non hanno paura di un occhio lontano che li osserva, se sanno come renderlo inefficace: vedranno invece la maggiore presenza di poliziotti e militari come un deterrente".