Questa mattina il Tribunale di Genova, nella persona della dottoressa Nadia Negrini, ha condannato in primo grado l’ex Sindaco di Sori, Paolo Pezzana, a 200 euro di multa, 3000 euro di risarcimento del danno morale e le spese legali per il reato di diffamazione nei confronti dell’On. Matteo Salvini.
Il procedimento era stato promosso dallo stesso Salvini, che si era sentito offeso da un post pubblicato da Pezzana su Facebook il 18 febbraio 2017, nel quale l’ex Sindaco e Responsabile regionale ANCI Liguria per l’Immigrazione reagiva all’invito rivolto da Salvini ai suoi il 16 febbraio in un comizio a Recco definendo, in un articolato commento, il Segretario della Lega Nord “Stronzo, Cattivo e Pericoloso”.
Paolo Pezzana, difeso dall’Avvocato Raffaele Caruso, è stato assai colpito e sorpreso dal dispositivo letto in aula dal Giudice. “Rispetto questo provvedimento come qualsiasi altro – dichiara – ma non posso che definirmi stupito per l’interpretazione che il giudice ha dato di una giurisprudenza ormai costante e di principi fondamentali del diritto che affermano come il diritto di critica sia costituzionalmente protetto e, soprattutto in politica, possa essere esercitato in maniera anche molto forte senza per questo costituire un reato. Le parole pronunciate da Salvini a Recco – continua Pezzana – costituiscono un chiaro tentativo di eversione dell’ordine costituzionale, e sono ancora più gravi se si considera che le pronunciava una persona che ambiva a farne, come ha fatto, un programma di Governo, per fortuna oggi miseramente naufragato. La mia difesa ha chiaramente rappresentato questi elementi e spiegato senza possibilità di fraintendimento che chiamando Salvini “stronzo” non lo stavo offendendo come persona ma esprimevo in modo forte e deciso il mio giudizio politico sulle inaccettabili dichiarazioni che aveva reso a Recco. In molti altri casi simili la magistratura si è pronunciata in senso diametralmente opposto a quello del giudice odierno, ed è per questo che non ci possiamo rassegnare a questa pronuncia e, quando saranno rese note le motivazioni, proporremo appello. Se non lo facessimo – conclude Pezzana - sarebbe come ammettere che in Italia un Salvini qualunque può impunemente girare il Paese a dire che si può fare “pulizia” di altre persone “anche con maniere forti”, violando palesemente l’ordine pubblico costituzionale, e che un cittadino, anche se Sindaco di un piccolo comune di Provincia non può difendere la Costituzione esprimendo il proprio parere ben argomentato su un tale abominio sul proprio profilo Facebook. E’ vero che ho usato una parolaccia, (invero ormai di uso comune), ma il concetto politico che il mio post voleva esprimere era assai chiaro e non ho trovato termine migliore per dirlo in modo sintetico. In rete peraltro si trovano molti discorsi di Salvini in cui egli da dello “stronzo” a persone le più varie, Matteo Renzi incluso, e non mi pare nessuno lo abbia mai condannato per questo. Sono certo fiducioso che il Giudice d’appello, applicando correttamente la giurisprudenza di Cassazione, ribalterà questa sorprendente pronuncia, che davvero non mi aspettavo”.
Le motivazioni della sentenza sono attese tra 45 giorni, dai quali decorrerà il termine previsto per proporre appello.