Cinquecento anni e qualche mese fa, per la precisione il 2 maggio del 1519, moriva ad Amboise, in Francia, Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni italiani di sempre. Numerose manifestazioni, in questi mesi, sono state organizzate per ricordare la ricorrenza, anche nella nostra città.
Un altro incontro, molto interessante, è previsto per domani, 27 settembre, alle ore 17 nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi. In programma la conferenza ‘I Manoscritti di Leonardo da Vinci: fatti, misfatti’, che è organizzata con il patrocinio del Comune di Genova da parte del Comitato Multedo per l’Ambiente, che è attivo non soltanto sul territorio del Ponente, ma anche dal punto di vista della promozione culturale.
A parlare di questo argomento, per molti versi avvincente e ancora poco conosciuto, sarà il professor Gian Lodovico Melzi d’Eril. L’ingresso è libero, sino ad esaurimento posti.
A introdurre il pomeriggio è stato invitato il sindaco di Genova, Marco Bucci, e, nel contempo, per tutta la giornata la fontana di piazza De Ferrari farà sgorgare acqua rosa: nel periodo della sua maturità, infatti, Leonardo amava vestirsi con colori tra i quali predominava il rosa, e questo è il modo scelto per ricordare la sua abitudine e il suo gusto.
Nei suoi anni migliori e più intensi, Leonardo condivise molto della sua vita con Francesco Melzi, suo discepolo. A lui lasciò il suo immenso patrimonio documentale, ma i discendenti di Francesco Melzi non ne ebbero molta cura, e la maggior parte venne dispersa e in parte definitivamente perduta. Alcuni preziosi documenti vennero salvati dai discendenti di questa famiglia.
La storia ricorda che la casata è nota dal XIV secolo. Furono creati conti palatini nel 1468 per diploma dell’imperatore Federico III e nel 1588 la casata venne ascritta al patriziato a Roma. Ottenne inoltre i titoli di conti di Magenta (30 dicembre 1619), di feudatari di Mozzanica (1650), di marchesi di Torricella (1676) e i membri della famiglia furono creati cavalieri del Sacro Romano Impero nel 1683.
In seguito al matrimonio di Gaspare Melzi con la gentildonna spagnola Maria Teresa d’Eryl, nella seconda metà del Settecento il ramo principale assunse il cognome Melzi d’Eril e ottenne nel 1750 i titoli di grandi di Spagna di I classe, conti d’Eril, marchesi di Fonte Sacrata, baroni di Orcan e signori di Colsedilla, per successione dalla casata d’Eril.
La linea primogenita della famiglia Melzi ottenne ancora nell’Ottocento il titolo nobiliare di duchi di Lodi (1807). Questo ramo conservò inoltre i titoli di conti di Magenta, patrizi di Milano, con trattamento di don e di donna. I discendenti risiedono a Milano, Pavia, Vaprio d’Adda e Torino. Da qui, il professor Gian Lodovico Melzi d’Eril, già ordinario dell’Università di Milano, ha raccolto una ricca documentazione sulle vicissitudini subite dai documenti lasciati da Leonardo.
La stessa conferenza verrà replicata anche il giorno successivo, sabato 28 ottobre, alle 15,30, presso il Salone degli Argonauti del Museo Navale di Pegli, in un appuntamento organizzato dal Cup - Centro Universitario del Ponente.
Nato a Venezia nel 1942, Gian Lodovico Melzi d’Eril si è laureato in Chimica nel 1967 e in Medicina nel 1978, e ha lavorato prima in ambito ospedaliero, come primario all’Irccs Istituto C. Mondino di Pavia, poi in ambito universitario, presso l’Ateneo di Pavia, presso quello dell’Insubria a Varese e infine come professore ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università Statale di Milano.
È stato direttore della Scuola di specializzazione in Biochimica Clinica e del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Circolo di Varese e dell’Ospedale San Paolo di Milano e quindi docente all’Università degli Studi di Milano. Autore di circa 350 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, ha vissuto fin dall’infanzia in particolare confidenza con la figura di Leonardo da Vinci, cui lo lega la discendenza da Giovanni Francesco Melzi - discepolo ed erede di Leonardo - e una parte di vita vissuta a Vaprio d’Adda, nella casa di famiglia dove per decenni è stata conservata la maggior parte degli scritti e dei disegni di Leonardo, prima della loro dispersione.
A margine dell’organizzazione di questa iniziativa, intanto il Comitato Multedo per l’Ambiente comunica che è attivo il portale web del gruppo, all’indirizzo www.multedoambiente.com. L’impostazione del sito è stata radicalmente modificata e sono consultabili, oltre ai documenti fondamentali, anche le foto e i video delle principali azioni sino ad oggi effettuate. “Invitiamo tutti, sia soci che cittadini, a contattarci per arricchire con documentazione e quant’altro il sito. Per contattarci, usate liberamente i pulsanti, anche di WhatsApp, presenti sul sito. La visualizzazione è ottimizzata sia su computer che sullo smartphone”.