“Una città per il futuro”, è così che Marco Rettighieri, Commissario ADSP del Mar Ligure Occidentale per la progettazione del piano della nuova viabilità portuale, immagina Genova.
Un futuro prossimo, che vede la realizzazione, in 36 mesi (entro il 2021, secondo i tempi commissariali) di un piano davvero imponente - anche per la cifra messa in campo di 1 miliardo di euro complessivi – per fare diventare a tutti gli effetti Genova il principale porto del Mediterraneo, perché “è una piattaforma logistica eccezionale – spiega Rettighieri – ma con uno spazio limitato, tra mare e collina, che provoca rallentamenti al traffico. Il progetto lo renderà più fluido sia dal punto di vista delle merci che dei passeggeri”.
Per farlo sono previsti lavori su ben 10 lotti, che comportano il prolungamento della Sopraelevata portuale con l’adeguamento del nodo San Benigno e del Varco Etiopia, il collegamento tra San Benigno e Calata Bettolo, il completamento dell’autoparco di Ponente (con 160 posti), il completamento della strada “La Superba”, la costruzione del nuovo ponte del Papa, il consolidamento di Ponte dei Mille - con la Stazione Marittima che "resterà il biglietto da visita della città - e la messa in sicurezza del Viadotto Via Pionieri d’Italia (per un totale di 125 milioni per le opere di viabilità stradale). Quello che si prevede è anche il dragaggio del Polcevera per aumentarne il flusso d’acqua.
Tutto concepito per rendere più vivibile il trasporto di merci e persone da e per Genova, in quanto si eliminerà la commistione del traffico. In particolare le merci entreranno dal varco di ponente. E, per quanto concerne i traghetti, non ci sarà più il timore che chi deve partire per la Sardegna scelga di imbarcarsi in un altro porto.
A spiegare i cambiamenti per i passeggeri è Marco Vaccari, Responsabile Unico del Progetto, che evidenzia, in particolare, i lavori che si stanno facendo per il prolungamento della Sopraelevata portuale, dell'autoparco, e per lo sdoppiamento della Strada Guida Rossa:
“Quello che l’Autorità Portuale sta facendo – conclude Rettighieri – è condividere il progetto con i terminalisti; eventuali contributi da parte loro per ottenere delle migliorie sono sempre ben accetti, a patto che siano migliorie tecniche ed economiche e che non influiscano negativamente su altri terminalisti”.