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Eventi | 17 settembre 2019, 17:47

Marco Polo: un’opera epica, per celebrare la “Nuova via della Seta”, in prima esecuzione europea al Carlo Felice

L’opera verrà cantata in cinese, con sovratitoli in italiano: una sfida avvincente per il tenore Giuseppe Talamo, protagonista nel ruolo del titolo, e per il Coro del Teatro Carlo Felice

Marco Polo: un’opera epica, per celebrare la “Nuova via della Seta”, in prima esecuzione europea al Carlo Felice

Il Teatro Carlo Felice riapre le porte, dopo la pausa estiva, con una novità assoluta di grande rilievo artistico e culturale: Marco Polo, opera in tre atti, un prologo e un epilogo, di Enjott Schneider, con integrazioni compositive di Shaosheng Li, su libretto di Wei Jin. L’opera è stata commissionata dal Governo della Repubblica Popolare Cinese per celebrare la “Nuova via della seta”, annunciata nel 2013 dal Presidente Xi Jinping, ed è frutto di una imponente cooperazione produttiva tra China Arts & Entertainment Group Ltd., Guangzhou Publicity Office, Guangzhou Municipal Culture, Radio, Television and Tourism Bureau, CPAA Theatres e Silk Road International League of Theatres, China Arts & Entertainment Group, We Opera Studio Holding Ltd., per la Guangzhou Opera House, dove ha debuttato con grande successo il 4 maggio 2018 dopo due mesi di prove.

La rappresentazione al Teatro Carlo Felice, il 29 settembre e il 1 ottobre, è la prima esecuzione europea (preceduta da un’anteprima in forma di concerto al Teatro Dal Verme di Milano il 22 e il 24 settembre). L’evento è possibile grazie alla stretta collaborazione tra l’ente lirico-sinfonico genovese e l’Opera di Guangzhou: il Teatro Carlo Felice, infatti, mette a disposizione della produzione cinese il palcoscenico, l’Orchestra, il Coro e la sua macchina scenica all’avanguardia per un’opera-kolossal che richiede risorse tecniche non comuni. Marco Polo, infatti, è una sorta di grand-opéra del nostro tempo, con grandi scene di massa e balletti spettacolari. Un ruolo decisivo, dunque, per una resa teatrale adeguata alle intenzioni monumentali e cinematografiche di Marco Polo, hanno la regia di Jingfu Shi, le scene e i video di Luke Halls (un’impostazione scenografica con elementi “virtuali” che il Teatro Carlo Felice ha già sperimentato nella fortunata Aida della stagione scorsa) e le coreografie di Hongxia Yan e Luisa Baldinetti.

La prima rappresentazione europea di Marco Polo al Teatro Carlo Felice è anche l’occasione per festeggiare due importanti ricorrenze: il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina e il 70°7 anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.

L’opera verrà cantata in cinese, con sovratitoli in italiano: una sfida avvincente per il tenore Giuseppe Talamo, protagonista nel ruolo del titolo, e per il Coro del Teatro Carlo Felice, il cui lavoro di preparazione, sotto la guida del Maestro del Coro Francesco Aliberti, è iniziato molti mesi fa. Sul podio, uno dei più importanti direttori d’orchestra cinesi, il maestro Muhai Tang, che ha iniziato la sua carriera internazionale nel 1983, quando Herbert von Karajan lo invitò a dirigere la Filarmonica di Berlino.

La vicenda dell’opera è ispirata al celeberrimo Milione, in cui lo stesso Marco raccontò, nel 1298, le sue incredibili avventure in Oriente. Il librettista Wei Jin ha aggiunto un elemento di fiction immaginando una complicata storia d’amore tra Marco e l’affascinante Chuan Yun, interpretata da Xiaotong Cao, sullo sfondo delle lotte tra la dinastia Song e il regno di Mongolia. C’è anche Genova, in questa vicenda, come storicamente è giusto: l’opera, infatti, inizia e finisce nelle carceri di Palazzo S. Giorgio, dove Marco, prigioniero in seguito alla rivalità tra la Repubblica di Genova e quella di Venezia, dettò Il Milione allo scrittore Rustichello da Pisa, suo compagno di prigionia.

Il compositore tedesco Enjott Schneider, famoso per le sue colonne sonore (ne ha composto più di mille), ha musicato la storia di Marco Polo servendosi di un’infinità di tecniche compositive, padroneggiate con maestria: dalla musica per il cinema più “epica” alla scala pentatonica orientale, dalle atmosfere sonore alla Turandot a effetti sperimentali di forte suggestione evocativa. Il risultato è una musica coinvolgente, originale, ma accessibile a tutti, che il direttore Tang definisce quella di “un moderno Wagner”.

Redazione

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