“Quando la politica deborda nella calunnia è necessario superare una naturale ritrosia e accettare di scendere nella palude del fango. Questo accade soprattutto se, a diffondere la calunnia, è un soggetto che ricopre una carica istituzionale. Fuor di metafora: il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha ritenuto di spargere calunnie nei miei riguardi rispetto al ruolo di parlamentare eletto nel Collegio Liguria 01 (Ponente Ligure). È bene allora, non per rispetto a Toti, ma nei confronti dei cittadini che mi hanno voluto alla Camera dei deputati dire parole di verità", afferma l'onorevole di Forza Italia Giorgio Mulè.
"Non mi soffermerò neanche per una frase sulla genesi della candidatura: sarebbe troppo facile infilzare il governatore Toti richiamandolo al suo recente passato di candidato al parlamento europeo o alla Regione Liguria, questo appartiene alla polemica politica e non alle calunnie. Parliamo allora del tema che interpella direttamente la dignità, la responsabilità e il dovere nei confronti degli elettori - prosegue -. Il governatore Toti ritiene che io sia “latitante” rispetto al territorio di elezione, sarei anzi “un turista della politica”. A corredo di questo post gli elettori troveranno un link: https://www.camera.it/leg18/29?tipoAttivita=attivita&tipoVisAtt=&tipoPersona=&shadow_deputato=307130&idLegislatura=18
è relativo a tutti gli atti prodotti dall’insediamento della Legislatura (dal 22 marzo 2018); potrei anche allegare una rassegna stampa sulle posizioni che ho assunto riguardo a temi del territorio ma sono talmente tante le dichiarazioni e gli interventi da rischiare di intasare i computer! All’attività di parlamentare ligure, tra l’altro, affianco quella di portavoce dei gruppi di Camera e Senato di Forza Italia che mi obbliga a rivestire un ruolo di rappresentanza assai assiduo presso tutti i mezzi di comunicazione".
"Sgombriamo subito il campo da un equivoco: un parlamentare rappresenta il territorio all’interno dell’Istituzione nella quale è stato eletto. Nel mio caso evidentemente la Camera dei deputati. È qui, in questa sede, che il parlamentare deve portare le istanze del territorio impegnandosi al massimo affinché trovino risposte. Un “turista della politica” sarebbe colui che all’impegno parlamentare preferisce trascorrere il suo tempo tra salamelecchi e inutili attestazioni di benemerenza. Non è il mio caso, non sarei io.
I numeri, allora: dall’inizio della legislatura (dunque in 17 mesi) su 220 sedute alla Camera la mia assenza risulta in 5 occasioni, ciò che più importa in termini statistici è che il deputato Mulé ha partecipato a 3.810 votazioni in Aula che costituiscono il 90% del totale e in questo modo lo pongono tra i deputati più virtuosi per presenza dell’intero Parlamento. All’impegno in Aula si affianca quello delle Commissioni permanenti: nel mio caso della Commissione Trasporti e della Commissione bicamerale di Vigilanza sulla Rai. In entrambe le Commissioni la mia presenza è prossima al 100%.
Oltre ai freddi numeri della statistica che, però, indicano già una differenza sostanziale tra chi fa il “turista della politica” a Roma e chi invece quotidianamente adempie il suo mandato, c’è la sostanza dell’azione parlamentare. Che tradotto indica interpellanze, interrogazioni, question time, proposte di legge, mozioni, risoluzioni, audizioni con i conseguenti interventi in Aula e nelle Commissioni. Su tutto questo rimando al link dove dettagliatamente ognuno potrà rintracciare i singoli atti. Al presidio della Camera dei deputati si accompagna, come dicevo, un’attività di confronto e ascolto con il territorio. In che cosa è consistita questa attività? Facciamo un distinguo: vi è un’attività istituzionale che non conosce appartenenza politica ma risponde unicamente ai bisogni del territorio e una parallela, legata alla famiglia di appartenenza politica. Nel primo caso, quello dell’attività istituzionale, sarebbe davvero defatigante elencare una per una le attività con il territorio: affinché però non rimanga neanche velatamente il sospetto di voler eludere questo aspetto sarà sufficiente che a smentire la mia ferrea convinzione di non essermi mai sottratto ad alcuna delle necessità segnalate intervengano sindaci e amministratori del territorio. Più in particolare invito a smentire di aver trovato sempre e comunque, in occasione di giornate di lavoro o festive, giorno e notte e per qualsiasi necessità i sindaci e i consiglieri di tutti i comuni della provincia di Imperia a cominciare da: Sanremo, Imperia, Ventimiglia, Taggia, Bordighera solo per citare quelli più popolosi. Lo stesso vale per ogni piccolo o piccolissimo Comune (da Triora a Pieve di Teco). A questi si aggiungano i comuni della provincia di Savona ricadenti nel collegio di elezione: Albenga, Alassio, Andora, Ceriale... etc.
Invito anche i cittadini a segnalare NON le azioni che hanno trovato presso di me riscontro o ascolto ma se e quando non è stata data loro risposta.
Nel secondo caso, quello dell’attività politica, invito tutti i candidati dei Comuni dove si è votato dal marzo 2018 a oggi a dichiarare se, in ogni momento, giorno e notte, hanno potuto contare sul mio sostegno in termini di presenza fisica o istituzionale. Potrei citare i casi di: Sanremo, Imperia, Ventimiglia, Bordighera, Albenga, Ceriale e tutti i comuni piccoli o piccolissimi dove è stata richiesta la mia presenza. A questo proposito val la pena sottolineare come io mi sia sempre mosso rispettando le decisioni e gli equilibri in ambito locale: il coordinatore provinciale di Forza Italia a Imperia, Marco Scajola, è chiamato qui ed ora a smentire se ho mai mancato un invito ad essere presente sul territorio. È bene che si sappia che, pur non condividendo certe scelte di candidati per le elezioni in alcuni comuni, non ho mai né alimentato polemiche né fatto mancare il mio sostegno appassionato, pieno e incondizionato ai candidati selezionati da Marco Scajola e condivisi, anche se non sempre, con la coalizione di centrodestra. Questo è successo perché sono fermamente convinto che vi debba essere una differenza sostanziale e invalicabile di ruolo e responsabilità in ogni organizzazione politica. Alle iniziative politiche, va da sé, si sono affiancate presenze sul territorio legate alle più disparate iniziative: sagre, feste patronali, fiere agroalimentari, convegni, etc. etc. Non rientra nel mio modo di essere quello di partecipare le mie personali iniziative legate a beneficienza e solidarietà: nel Collegio che ho l’onore di rappresentare chi ha ricevuto sa di che cosa parlo. Altra, necessaria e abbastanza meschina precisazione rispetto a quanto dichiarato dal governatore Toti, riguarda il vile denaro. Il governatore ritiene che “simpatizzanti e militanti” mi abbiano “regalato un posto da 12mila euro al mese”: è la cifra che ogni mese viene corrisposta ai singoli deputati. Ho già fatto presente come, grazie a Dio e a una vita di lavoro e sacrifici, non ho mai pensato di fare politica per inseguire o assicurarmi un lauto stipendio: le responsabilità che ho ricoperto in oltre 30 anni di lavoro con risultati giudicati da altri “straordinari” mi hanno portato a percepire un reddito di molto superiore a quello che attualmente ricevo. Con una differenza: non uso auto blu, non ho autisti a mia disposizione, per alloggiare o mangiare nei vari centri del Collegio pago di tasca mia... Non voglio tediare chi sta leggendo facendo l’elenco delle altre spese di “mantenimento” ma questa precisazione serve soltanto a sgombrare un campo in cui pensavo si cimentassero solo i grillini e nel quale invece adesso sguazza anche il governatore ligure. A differenza di Toti, tra l’altro, faccio fronte con mie personali risorse a tutte le necessità di spese per la politica: non ho fondazioni di cui dispongo per alimentare un flusso di cassa per la mia attività, non ho mai voluto ricevere alcun contributo di qualsiasi natura da qualsivoglia soggetto o azienda dal momento della mia elezione alla Camera obbedendo a un preciso canone che mi impedisce in termini di trasparenza e libertà di ricevere alcunché.
In conclusione resto convinto che il bilancio dell’attività di un parlamentare si sostanzia nella capacità di fare il proprio lavoro all’interno dell’istituzione dove è stato eletto, nell’essere cinghia di trasmissione il più possibile autorevole tra le istanze e le esigenze del territorio con i luoghi della politica. Io, in totale serenità e senza alcun dubbio, posso affermare con certezza di aver adempiuto con “disciplina e onore” al mandato che mi è stato affidato dagli elettori del mio collegio. Non sarò io a questo punto a perdere il mio tempo dietro beghe di quart’ordine legate al futuro del governatore Toti. Ho lavorato, lavoro e lavorerò con l’unico obiettivo di essere certo che tutti gli abitanti che risiedono nel mio collegio siano soddisfatti e fieri del loro deputato. Una certezza: non tradirò mai la mia bandiera. Il mio nome è espressione di un simbolo, di una storia, di un presidente: Forza Italia - Berlusconi Presidente", conclude Mulè.