Di Gloria Benaglia avevano parlato tutti i media di Genova quando, a soli 18 anni, aveva vinto nel 2016 uno dei concorsi più prestigiosi del mondo per i giovani ballerini, lo Yagp (Youth America Grand Prix). Ma non tutti sanno che la talentuosissima e bellissima danzatrice ha replicato vincendo la medaglia d’oro anche nel 2017, come solista. E oggi, a tre anni di distanza, con Genova nel cuore, tanta tenacia e le idee molto chiare – “un giorno vorrei dire di essere la ballerina e la persona migliore che potessi diventare” - fa parte dello Houston Ballet, mentre il Comitato dei Talenti del Comune, ha deciso di premiare la nostra Gloria cittadina come eccellenza (ma non sveleremo altri vincitori fino al prossimo ottobre, quando ci saranno le premiazioni ufficiali). E chissà che un giorno non la vedremo volteggiare sul palco del Festival dei Balletti di Nervi e “trasmettere le stesse emozione a un’altra generazione di sognatori”.
A quanti anni hai iniziato a danzare e perché?
In realtà ho sempre danzato; recentemente abbiamo trovato dei video della mia infanzia e sin da piccolissima, in ogni filmato, non smettevo mai di ballare: giocavo e ballavo, mangiavo e ballavo. Rivedere quei filmati è stato illuminante! Ho conosciuto la mia prima maestra, Inna Gregorieva, a circa 7 anni, ed è lei che mi ha avvicinato alla disciplina, ma anche all’armonia del balletto. Mia mamma mi ha iscritto a danza perché ero un vero “terremoto” e soprattutto per migliorare il mio problema di piedi piatti.
Qual è stato il tuo percorso da Genova fino a New York? Che scuola hai frequentato a Genova prima di arrivare a Cannes?
Il mio percorso da studentessa accademica è stato tutt’altro che convenzionale. Ho iniziato a Cannes alla Ecole Superieure de Danse ESDC Rosella Hightower sotto la direzione di Paola Cantalupo, dopo uno stage. Dopo due anni mi è stata data la possibilità di entrare alla Tanz Akademie Zurich TAZ sotto la direzione di Oliver Matz e Steffi Scherzer, e cosi, a 15 anni, mi sono trasferita a Zurigo, cambiando scuola, amici e lingua – si parla lo svizzero-tedesco - e abitudini, ma il mio punto fermo rimaneva comunque la danza classica. In Svizzera sono stata molto fortunata, perché per quasi tre anni ho avuto il privilegio di studiare con Anna Grabka, splendida insegnante e danzatrice. Ma dopo quasi 3 anni di studio alla TAZ, era tempo di cambiare e di intraprendere nuove esperienze: dopo un breve, ma intenso periodo di studio a Dutch National ballet school di Amsterdam, ho voluto fare un’esperienza estiva di stage a New York. Quando mi decisi tutte le audizioni video erano già chiuse, ma tentai ugualmente, inviando un video all’Ellison Ballet Professional training Program, e non solo fui contattata subito per partecipare allo stage estivo con borsa di studio, ma durante il mio soggiorno mi fu proposta dal direttore, Edward Ellison, una borsa di studio completa per rimanere come “full time program student”.
A Cannes per partecipare al provino hai dato prova di una tenacia e di una passione come poche. Ci racconti cosa è successo?
A Cannes il giorno dell’audizione la mia famiglia è stata derubata di tutte le valige, compresa la mia borsa di danza, che conteneva tutto quello che mi serviva: mezzepunte, punte e body. Era domenica e non c’era possibilità di trovare un negozio aperto. Ecco in quella circostanza mi sono imposta: avevo 12 anni, ma fui determinata, nonostante mia mamma avesse pensato che fosse il segno che non avrei dovuto partecipare al provino e che quindi la danza non fosse la mia strada. Io, invece, riuscii a trovare il modo di recuperare scarpette e body tramite il passaparola, riuscii a sostenere l’audizione e fui scelta. Nonostante i dubbi e le ansie della mia famiglia, capii che era quello che volevo. Quel giorno mi sentii tre metri sopra il cielo: mia mamma dice sempre che non mi aveva mai visto cosi, si accese una luce, un fuoco che mi ha accompagnata in tutti questi anni.
Tanto che nel 2016 a 18 anni vinci a New York lo Yagp (Youth America Grand Prix): che cosa ha significato quella vittoria?
Quella di New York è stata una scelta che mi ha cambiato la vita: Mr. Ellison ha creduto moltissimo in me e mi ha proposto di partecipare alla semifinale di uno dei concorsi più prestigiosi nel mondo del balletto, appunto gli YAGP. Ero molto emozionata e nervosa, perché si trattava del mio primo concorso e il livello dei miei colleghi era molto alto, ma con tanto lavoro e prove intense, io e il mio partner, Andrii Ishchuk, siamo riusciti ad ottenere il primo posto e a disputare la finale. E poi a vincere la medaglia d’oro per il passo a due danzando Giselle, l’eroina romantica per eccellenza. Ho dovuto scavare dentro me stessa per trovare quell’amore totale e drammatico, ma così forte e intenso, che rappresenta l’essenza di Giselle.
Nel 2017 hai vinto di nuovo, ma come solista, con la Bayadère.
Sì, l’anno successivo fui scelta dal Direttore per partecipare di nuovo agli YAGP come solista. Mi presentai con due variazioni classiche, il Talismano, la Bayadère – con la morte di Nikiya - e un pezzo contemporaneo. Grazie alla preparazione scrupolosissima, alla cura di ogni dettaglio e alla dedizione totale dei miei insegnanti, Ms. Fominich e Mr. Ellison, ho ottenuto un grande riconoscimento, il Grand Prix alla semifinale di Boston e il Primo Posto nella Finale di New York. Ricordo ancora l’emozione di quando in piena notte telefonai a casa per annunciare la vittoria. Queste esperienze hanno rafforzato il convincimento di potercela fare e mi hanno dato la carica per proseguire nel mio percorso.
Oggi sei allo Houston Ballet: che ruoli stai interpretando?
Proprio in seguito agli YAGP ebbi l’onore di ricevere da illustri direttori di Compagnie Internazionali alcune proposte lavorative, e decisi di iniziare la mia carriera allo Houston Ballet. Dopo il primo anno come apprendista, sono stata promossa nel corpo di ballo. E tra pochi giorni inizierò un nuovo anno con la Compagnia.
E la tua famiglia? Come vivi questa lontananza? Da quanto tempo manchi da Genova?
Si, sono stata distante, ma la famiglia c’è sempre stata per me, soprattutto nei momenti più difficili della crescita. Una cosa per me indispensabile è trovare l’equilibrio tra professione, passione, carriera e vita normale, tra svago e amici, e fortunatamente ho dei punti di riferimento proprio qui a Genova, oltre alla mia famiglia, che sono i miei amici d’infanzia. Ci si vede venti giorni all’anno, ma io faccio una ‘scorpacciata’ di amicizia che mi dà la carica per quando sono lontana e sola. Tra prove, balletti e palestra è molto complicato trovare tempo per uscire con gli amici locali, ma qualche volta distrarsi non si rivela negativo, anzi mi aiuta ad essere motivata e ispirata.
Hai un modello di ballerina cui ti ispiri?
Marianela Nunez è una delle ballerine che ammiro di più in assoluto, una vera e propria ispirazione. Quando la vedo ballare lei appare vera e onesta ed è una pura emozione. Vorrei un giorno poter trasmettere le stesse emozione a un’altra generazione di sognatori.
Sei stata contatta dal Comitato dei Talenti di Genova: che cosa significa per te ricevere un premio dalla tua città?
Qualche mese fa sono stata contattata dal Comitato: ho avuto l’onore di essere stata selezionata per ricevere questo premio, che è un atto di riconoscimento da parte della mia città. Essere premiata come un’eccellenza mi ha reso veramente felice, ha riempito d’orgoglio me e tutta la mia famiglia e mi ha dato un grande stimolo per continuare a fare sempre meglio, per rendere ancora più orgogliosi i genovesi e l’Italia del mio lavoro e delle mie capacità artistiche. Spero di rappresentare la mia città al meglio, so che devo dimostrare ancora molto e metterò tutto l’impegno per riuscirci.
Il Festival dei Balletti di Nervi è stato per anni una istituzione a Genova e oggi la kermesse è in corso: lo sapevi, nonostante la tua giovanissima età? Un giorno ti piacerebbe esibirti su questo palco?
La mia famiglia me ne ha sempre parlato, tra l’altro io abito in una zona molto vicina al parco e là ci sono cresciuta. Sapere che lì si sono esibiti i ballerini più grandi e le compagnie più importanti del mondo, mi emoziona ed è una cosa incredibile, per cui sarebbe un’emozione unica quella di avere l’opportunità di potermi esibire un giorno proprio su quel palco cosi suggestivo, con così tanta storia, davanti alla mia famiglia e alla mia gente.
Cosa pensi dei talent show?
Dal mio punto di vista i talent show, come per esempio Amici, sono un modo per avvicinare il pubblico al mondo del ballerino e del balletto. Le persone a casa si interessano e poi potrebbero appassionarsi ed eventualmente impararne di più e, chissà, iniziare frequentare i teatri. È molto importante per noi ballerini avere un pubblico vivo, interessato e appassionato, e mi auguro che i ragazzini trovino degli stimoli nella danza che permetta loro di guardare oltre lo schermo di un cellulare.
Quali sogni hai per il futuro?
Il mio sogno per il futuro è di non smettere mai di migliorare e un giorno essere la ballerina e la persona migliore che potessi diventare. Da grande vorrò pensare al passato e guardandomi indietro sentendomi pienamente soddisfatta del mio percorso, senza nessun rimpianto. I sacrifici sono stati e saranno sempre tanti, essere lontani dalla famiglia non è mai stato facile, ci sono giornate, a volte massacranti, in cui ci si sente fisicamente a pezzi, altre volte invece mi è capitato di sentirsi moralmente e mentalmente giù. Ma sono sempre stata molto decisa sul mio percorso e molto determinata fin da bambina, essere lontana da casa, dalla famiglia sin dall’eta di 12 anni mi ha fatto crescere molto velocemente.
Girl”: un film bellissimo, tratto da una storia vera, in cui un ragazzo vuole a ogni costo fare la ballerina classica. Lo hai visto?
Ho sentito moltissime critiche positive sul film ‘Girl’, ma non ho ancora avuto l’opportunità di guardarlo così da avere una mia opinione. Sicuramente sarà nella mia lista di cose da fare a breve.