Dimmi che insegne hai e ti dirò in che posto vivi. I negozi e le loro insegne, infatti, possono farci capire molto di un luogo, anzi, possono perfino raccontarci la storia di una città. Ed è quello che si può ammirare nella galleria In Arte OFF di Via del Molo 71 r, che inaugura i propri spazi espositivi con una mostra dedicata al capoluogo ligure e alle sue insegne: “Berra, In segno di Stile. Un secolo di Insegne a Genova” (dal 21 giugno al 27 luglio, catalogo di Tormena Editore).
Perché effettivamente la famiglia Berra con la propria artigianalità e il proprio gusto artistico nel creare insegne e cartelloni pubblicitari ha accompagnato e contribuito all’immagine della città dal 1918 ad oggi.
Infatti, i fratelli Vito e Alfredo Berra e poi Alberto (scomparso un anno fa e al quale è dedicata la mostra) - la cui eredità è stata raccolta da Fabio Berra e Germano Romeo - sono stati “pittori letteristi” che attraverso la propria attività hanno saputo raccontare mode e vicende storico-economiche cittadine.
“Genova era coloratissima grazie alle loro insegne – spiega il curatore della mostra Stefano Chiantera - su cui, prendendo spunto dai giornali dell’epoca, riproducevano a mano i caratteri dagli anni Trenta ai Cinquanta”, periodo in cui l’azienda lavorava per importanti clienti sia pubblici sia privati, da Ansaldo ad Agnesi, fino alla Marina Militare, che aveva commissionato ai Berra le decorazioni della Stazione Marittima e della Capitaneria di Porto di Viareggio.
Tra gli anni Trenta e Quaranta il nome Berra si fa sempre più conoscere, e le insegne dell’azienda caratterizzano le facciate del centro: “Abbiamo pubblicità dei negozi che arrivano a coprire fino ai piani alti dei palazzi, come per esempio uno studio medico e uno studio dentistico che si trovavano al quarto piano”.
Negli anni ‘40 Berra è sinonimo di prestigio, specialmente per le decorazioni in foglia oro realizzate a mano, ed è nel corso di quegli anni che “la storia geopolitica di Genova si ‘legge’ sulle loro insegne create per i tabacchini”, che riportano prima lo stemma fascista, poi quello della monarchia sabauda e infine quello repubblicano.
Nel 1942 con la morte di Vito Berra, mentre era sul lavoro, le redini dell’azienda passano alla moglie e al figlio Alberto, che, mentre continua a studiare al liceo e lavorare nel civico 10 rosso di Palazzo Grillo Cattaneo, dà un nuovo impulso all’attività con l’uso di materiali innovativi, finché negli anni ‘ 50, attraverso la serigrafia, prende il via la produzione in serie del tema artistico: “da una insegna dipinta a mano - spiega Chiantera - se ne producevano 15 al giorno e 400 in un mese spedendole in tutta Italia”. Ne sono esempi i cartelli pubblicitari della famosa Miralanza, che venivano affissi fuori dai negozi di alimentari. In quell’epoca iniziano le spedizioni anche oltre Oceano per un’azienda straniera.
Nel boom economico degli anni ‘60, Berra riproduce i personaggi, diventati iconici grazie a Carosello: le insegne con Calimero sono le più richieste.
Negli anni ‘70 e ’80 la modernizzazione e l’imitazione del gusto americano richiede l’uso del neon, per cui l’insegna diventa luminosa, “per il bisogno di farsi notare di giorno e di notte, cambiando lo skyline delle città, per cui la lavorazione richiede nuovi macchinari e nuove sperimentazioni”. Ed è allora che Berra diventa il primo fornitore della Banca Carige: l’insegna che svetta sul tetto della sede della banca in Piazza De Ferrari è sua.
E poi, nell’epoca in cui tutto è digitale e massificato, Alberto Berra decide di tornare al passato: “Oggi si vedono attività artigianali e di ristorazione che vogliono usare ancora insegne che richiamino l’artigianalità e l’arte del passato -conclude il curatore - tanto che Alberto aveva ripreso a usare i bozzetti del padre Vito, in cui sono evidenti caratteri non tradizionali e che dimostrano la capacità d’esecuzione artistica”, come aveva rilevato James Clough, che aveva inserito Berra nel proprio libro "L'Italia Insegna".
E non è un caso, infatti, che ci sia la volontà di utilizzare queste insegne per riqualificare e abbellire il Centro Storico.
La mostra è visitabile fino al 26 luglio dal lunedì al sabato nell’orario 16-20.