Politica - 05 giugno 2019, 17:23

Lunardon e Rossetti sul Decreto Genova: "Inadeguato e da riscrivere"

I consiglieri regionali del Partito Democratico: "A 10 mesi dal crollo del Morandi risarcite 57 aziende su 363 che hanno fatto domanda"

"Il Decreto Genova si dimostra uno strumento sempre più inadeguato e, come abbiamo ripetuto spesso, andrebbe riscritto", questa la netta posizione dei consiglieri del Partito Democratico giovanni Lunardon e Pippo Rossetti affidata a un comunicato stampa congiunto.

"Oggi, per esempio, la Giunta regionale ci aggiorna sui risarcimenti delle aziende della zona rossa e della zona franca. E scopriamo che a quasi un anno dal crollo del Morandi sono appena 57 le imprese che hanno ricevuto un ristoro dei danni subiti sulla base dell’articolo 4 (riduzione del fatturato) a fronte di 363 domande e di 1350 aziende danneggiate (anche se quasi mille di loro non hanno potuto presentare la richiesta proprio per i tanti errori contenuti nel provvedimento del Governo) - si legge ancora nella nota stampa -. Il Partito Democratico, nel corso della discussioni parlamentari sullo Sblocca Cantieri, ha presentato degli emendamenti per risolvere alcuni dei problemi più gravi del Decreto Genova. Prima di tutto il periodo di accertamento della diminuzione del fatturato è troppo breve (dal 14 agosto al 29 settembre): noi chiediamo di aumentarlo, anche perché solo dopo diverse settimane le attività hanno iniziato davvero a incassare meno".

"Poi molte imprese più che con una diminuzione del fatturato, hanno dovuto fare i conti un fortissimo aumento dei costi (per esempio di spostamento), voce che il Decreto non contempla. E infine è pazzesco come questo provvedimento non metta in campo strumenti finanziari nazionali per sostenere il credito delle piccole imprese. Noi abbiamo chiesto di attivare per questo scopo il fondo centrale di garanzia di Cassa Depositi e Prestiti. Tutte proposte a oggi non considerate - aggiungono Lunarodn e Rossetti -. Insomma il Decreto Genova sta mostrando tutta la sua inadeguatezza. A farne le spese sono cittadini, lavoratori e imprese già duramente provati dal crollo del ponte Morandi e che, dopo dieci mesi, non hanno ancora visto alcun passo avanti significativo".

Redazione


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