Nei giorni immediatamente successivi al crollo del Ponte Morandi, lo scorso 14 agosto, si aprì con tutta la sua urgenza il problema dei trasporti pubblici, in particolare nel Ponente genovese. Il Comune, potendo contare anche su un cospicuo finanziamento straordinario da parte del Governo centrale, all’interno del cosiddetto Decreto Genova, tra le varie scelte decise pure di incrementare le corse della Navebus, il vettore che ormai da parecchi anni collega Molo Archetti a Pegli con il Porto Antico. Più corse sia al mattino che al pomeriggio, sia nei giorni feriali che in quelli festivi.
Ma non sempre l’offerta ampliata ha incontrato una domanda altrettanto ampliata. In più, capita assai spesso che il servizio sia sospeso, anche quando non ci sono condizioni meteo marine particolarmente proibitive. Tutti questi elementi sono contenuti nelle due interpellanze che i consiglieri municipali del Movimento 5 Stelle hanno rivolto nei giorni scorsi al sindaco di Genova Marco Bucci e al vice sindaco e assessore comunale alla Mobilità Stefano Balleari.
Massimo Currò (capogruppo), Anna Accornero, Fabio Gabutti e Paolo Drago chiedono a Bucci “per quali motivi il servizio Navebus è spesso non funzionante, anche in giornate nelle quali le condizioni climatiche non rappresentano un problema per il servizio stesso. Inoltre, chiediamo di conoscere per quali motivi il molo di Pra’, dedicato all’approdo della Navebus, non sia stato, ad oggi, ancora utilizzato e per quali motivi, malgrado gli ingenti stanziamenti da parte del Governo per fronteggiare l’emergenza, il servizio non abbia giovato di un miglioramento”.
Il Movimento 5 Stelle presso il Municipio VII Ponente ricorda come il Governo abbia stanziato, con il Decreto Genova, oltre ventitré milioni di euro per il 2019 per il trasporto pubblico, da destinare esclusivamente a servizi aggiuntivi, per fronteggiare le criticità post crollo del Ponte Morandi. Secondo i consiglieri, “l’alternativa che offre il servizio Navebus è ormai irrinunciabile, eppure i disservizi sono sempre più frequenti, con corse che saltano senza alcuna spiegazione o preavviso. E, se il servizio viene percepito come poco affidabile, poi sarà sempre meno utilizzato”.
Un tema, quello numerico, che viene affrontato pure in una seconda interpellanza, quella inviata a Balleari: qui, dati alla mano, il Movimento 5 Stelle vuol dimostrare che c’è una domanda molto più bassa rispetto al livello dell’offerta.
Il che, fuori dall’equivoco, non significa ora voler ritoccare l’offerta verso il basso, bensì trovare tutti quegli spunti di comunicazione, diffusione e miglioramento affinché la domanda stessa possa salire.
Detto questo, i consiglieri toccano anche un altro tasto molto dolente, ovvero il possibile approdo a Pra’ della Navebus. Esiste già un pontile attrezzato, è costato duecentomila euro di soldi pubblici, attraverso un finanziamento europeo, ma non è mai stato utilizzato. Il M5S è tornato a chiederne le ragioni.
L’ipotesi è quella di un danno erariale, e per questo Currò, Accornero, Gabutti e Drago hanno presentato un esposto presso la Corte dei Conti. “A seguito di un’interpellanza al Sindaco, da parte del Municipio VII Ponente, per chiedere le motivazioni del mancato utilizzo di tale approdo - scrivono i consiglieri municipali - il Comune ha dichiarato la presenza di problemi strutturali, di idoneità e di sicurezza del pontile stesso e del canale che lo ospita, che non permettono di fatto l’approdo della Navebus, unico scopo per il quale l’opera è stata costruita e finanziata”.
Il M5S osserva: “Per il finanziamento dell’opera sono stati spesi circa duecentomila euro di soldi pubblici europei. Il pontile in questione, dalla sua inaugurazione, non è mai stato utilizzato per l’approdo Navebus e oggi verte in evidente stato di abbandono e degrado. Alla luce dei fatti sopra esposti, si richiede un accertamento sull’utilizzo dei fondi pubblici da parte della civica amministrazione per un progetto rivelatosi successivamente non utilizzabile per il suo scopo nativo”.
Eppure, l’approdo di Pra’ sarebbe quanto mai prezioso, non già per sottrarre importanza a quello di Pegli, semmai per costituire una seconda opzione, magari anche con due vettori. Ma c’è chi fa notare come il pontile sia in corrispondenza della foce del Rio San Pietro, come la zona sia soggetta ad accumulo di detriti, come sarebbero quindi necessari frequenti dragaggi e come sia ridotto lo spazio di manovra per il natante. E allora viene da chiedersi, al netto di quello che dirà la Corte dei Conti: ma stanti queste condizioni, che senso aveva costruire questo approdo, ben sapendo che non si sarebbe mai potuto utilizzare? Sono state sprecate risorse? E ora qualcuno ne pagherà le conseguenze? Forse c’è qualcosa che è stato violato ancor più dei conti pubblici. La logica delle cose.