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Cultura | 23 maggio 2019, 16:44

Rassegna di Drammaturgia Contemporanea: Matteini apre la kermess del Teatro Nazionale

Famiglia, guerra, immigrazione, eventi politici e personali: l’umanità con le sue crisi e le sue passioni emerge con forza nei cinque spettacoli in scena dal 29 maggio al 6 luglio alla Piccola Corte e alla Sala Mercato

Fabrizio Matteini in Bashir Lazhar

Fabrizio Matteini in Bashir Lazhar

Con autori provenienti da Canada, Spagna, Germania, Grecia e Siria, la ventiquattresima edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, promossa dal Teatro Nazionale di Genova, si presenta come una finestra aperta sul mondo. Famiglia, guerra, immigrazione, eventi politici e personali: l’umanità con le sue crisi e le sue passioni emerge con forza nei cinque spettacoli in scena dal 29 maggio al 6 luglio alla Piccola Corte e alla Sala Mercato, in un gioco continuo tra microcosmo e macrocosmo.

Nata nel 1996 in seno al Teatro Stabile di Genova, la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea ha da sempre il duplice obiettivo di mettere a confronto nuove generazioni di attori e di registi con le voci più interessanti della drammaturgia contemporanea internazionale, mettendo in scena testi inediti in Italia. Molte delle produzioni presentate inizialmente come mise en espace sono successivamente state accolte all’interno del cartellone principale del Teatro con allestimenti più completi. T

ra i tanti drammaturghi rappresentati in questi anni troviamo nomi oggi molto conosciuti, come Martin McDonagh, Marius von Mayerburg, Robert Farquhar, Juan Mayorga, Owen McCafferty, Athol Fugard, Rafael Spregelburd, giusto per citarne alcuni, per un totale di quasi 90 testi provenienti da 30 paesi diversi.

All’interno di questa edizione - curata da Angelo Pastore, Marco Sciaccaluga, Giorgio Gallione e Andrea Porcheddu - ci sono cinque titoli proposti in prima nazionale: Bashir Lazhar della drammaturga canadese Evelyne de la Chenelière; Estate in dicembre della spagnola Carolina Africa Martin Pajares; dalla Germania Sono come voi, amo le mele di Theresia Walser; dalla Grecia Rob di Efthymis Filippou e The confession del drammaturgo siriano Wael Qadour.

Si inaugura mercoledì 29 maggio con il monologo di Evelyne de la Chenelière, da cui è stato tratto anche il film Monsieur Lazhar, candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2011. Fabrizio Matteini si cala nei panni di un algerino, rifugiato politico a Montreal. Con l’evolversi della storia si capirà che sono molti i segreti nascosti nel suo passato ma anche nella scuola dove si ritrova a fare il supplente. Diretto da Thaiz Bozano, Bashir Lazhar è in scena alla Piccola Corte sino all’8 giugno.

Si torna in Europa con Estate in dicembre, saga familiare al femminile che è valsa il premio Calderon de la Barca all’autrice spagnola Carolina Africa Martin Pajares. Dirette da Andrea Collavino, le attrici Fiammetta Bellone, Elsa Bossi, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti e Alice Giroldini interpretano una madre, tre figlie e una nonna alla ricerca di quella cosa così incerta chiamata felicità. In scena alla Sala Mercato dal 5 al 15 giugno.

Theresa Walser fa parte di quell’ondata di autori che hanno rinnovato la drammaturgia tedesca. Il suo Sono come voi, amo le mele, messo in scena alla Piccola Corte dal 12 al 22 giugno da Barbara Alesse con Ernesta Argira, Cristiano Dessì, Lisa Galantini e Irene Villa, immagina un talk show in cui tre first lady (realmente esistite) danno vita a un gioco al massacro. In collaborazione con il Goethe Institut.

Chi è veramente Rob? Un mistero raccontato in un monologo a più voci o il delirio di una personalità multipla? È questa la domanda suscitata dall’omonimo monologo del greco Efthymis Filippou, autore già noto per le sceneggiature dei film di Yorgos Lanthimos. Sorprendente e pervaso da uno humour nero e surreale, Rob, in scena alla Sala Mercato dal 19 al 29 giugno, è interpretato dal giovane Simone Cammarata e diretto da Alberto Giusta. In collaborazione con Onassis Stegi.

The confession del siriano Wael Qadour chiude la rassegna trasportandoci in mezzo alle macerie di una periferia siriana. Sullo sfondo della guerra si intrecciano le esistenze di due militari e tre attori impegnati a mettere in scena La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman, sino a non trovare più il confine tra realtà e teatro. Interpretato da Andreapietro Anselmi, Melania Genna, Aldo Ottobrino, Roberto Serpi e Kabir Tavani, lo spettacolo diretto da Simone Toni è in scena alla Piccola Corte dal 26 giugno al 6 luglio.

Da segnalare infine, come evento collaterale della rassegna, la tavola rotonda a cura di Andrea Porcheddu intitolata L’attore e il critico: una ricerca di identità – Da Roberto De Monticelli ai giorni nostri, a cui prenderanno parte alcuni dei principali studiosi italiani. Il convegno, che avrà luogo mercoledì 5 giugno nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale (ore 10-19), è aperto a tutti.

Inizio spettacoli ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica e lunedì riposo.

Biglietti posto unico 6 euro, abbonamento a 5 spettacoli 15 euro. In vendita presso le biglietterie del Teatro della Corte e del Teatro Gustavo Modena e online su vivaticket e happyticket.

Info 010 5342 400 www.teatronazionalegenova.it

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