Eventi - 09 maggio 2019, 15:55

Slow Fish: Genova capitale del mare bene comune

Istituzioni, scienza ed economia del mare insieme a Slow Food per lanciare le buone pratiche

 stata inaugurata stamattina la nona edizione di Slow Fish, a Genova fino a domenica 12 maggio, la manifestazione internazionale dedicata al pesce e alle risorse del mare, organizzata da Slow Food e Regione Liguria con il patrocinio del Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Comune di Genova e con il sostegno della Camera di Commercio di Genova. Un’edizione molto incentrata sui temi ambientali e sul ruolo che noi consumatori possiamo avere a tutela di questa risorsa, bene comune per l’umanità, ascoltando finalmente gli appelli della scienza. 

"Noi ricercatori vorremmo finalmente essere ascoltati nei nostri inviti alla politica e all’economia per un radicale cambio di paradigma» ha evidenziato Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish. «Da diversi anni lanciamo l’allarme, ma di cambiamenti non ne abbiamo visti moltissimi. Invece è ora di aprire gli occhi: non possiamo più pensare al mare come a un contenitore, dovremmo iniziare a considerarlo come l’organismo vivente straordinario che in realtà è. Eppure il mare sta diventando una discarica. Parlare delle isole di plastica – una di esse è grande quasi quanto la Francia – fa sempre molta impressione, ma fa ancora più impressione pensare che le isole sono solo il 3-5% della plasticache c’è in mare, perché la maggior parte è quella che sta sui fondali, in profondità".


Pescatori, esperti, ricercatori chef ed espositori si riuniscono per quattro giorni nel cuore marinaro della città per raccontare, attraverso la chiave di lettura universale del cibo buono, pulito e giusto, le buone pratiche per preservare non solo la salute del mare ma anche il ruolo economico.

"Forse non consideriamo che oltre alle questioni ambientali, oltre alla nostra salute, il mare ha anche un valore economico importante", afferma Roberto Danovaro, della stazione zoologica Anton Dohrn. "Il mare fa aumentare il Pil e offre opportunità di lavoro. Possiamo anche dare i numeri: il valore economico di un ettaro di posidonia è 23 mila euro all’anno, e negli ultimi decenni abbiamo perso l’84% delle praterie di foreste algali. È come se trasformassimo una ricca foresta in un deserto: stiamo perdendo miliardi di euro a causa della nostra cattiva gestione del mare. Ma è possibile gestire un territorio senza conoscerlo? Col mare lo stiamo facendo: non sappiamo dove ci sono praterie, quali zone sono inquinate, non le stiamo mappando: e c’è una esigenza reale di sapere, di sviluppare una carta vocazionale dei mari italiani per comprenderli2.

Paola Del Negro, dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale festeggia oggi a Slow Fish un grande momento, ossia l’acquisto di una nave rompighiaccio per effettuare ricerche ed esplorazioni nei mari polari. «Il mare non è una piscina in cui nuotano i pesci, ma un organismo che va considerato nel suo insieme. Al mare di noi in fondo non importa nulla, ma a noi dovrebbe interessare tantissimo. Plastiche, acidificazione, cambiamento climatico: ogni volta ci focalizziamo su un allarme diverso, poi passiamo al successivo. Questo non significa che siamo riusciti a risolvere un problema, ma che essi insistono tutti contemporaneamente. L’allarme più recente riguarda la presenza di specie aliene nei nostri mari: in alto Adriatico si sta recentemente registrando la presenza di un organismo gelatinoso, un tipo di ctenoforo che è diventato infestante, si riproduce a grandissima velocità, e in estate riempie le nostre acque. È vorace di zooplancton, sottraendo il cibo a molti pesci, come le acciughe, di cui divora anche le larve. I pescatori sono colpiti al 100%. Dobbiamo avere la capacità di mitigare i problemi, perché risolverli spesso non è più possibile.

Salvatore Micillo, sottosegretario del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: "Il mare è una risorsa preziosa, che offre grandi opportunità, e come tale va difesa. Come Sottosegretario all’Ambiente ho la fortuna di avere la delega alla tutela del mare e di poter lavorare in un momento in cui l’ambiente in generale, e la salvaguardia del mare in particolare, sono tornate al centro dell’azione di Governo. Oggi a Slow Fish inauguriamo anche il primo di una serie di incontri all’interno della campagna #IoSonoMare, che abbiamo lanciato in collaborazione con ISPRA SNPA per raccontare ai cittadini lo stato del mare e quanto lo Stato fa per il mare. Il marine litter è un problema serio, con gravi ripercussioni anche sulla catena alimentare, e se pensiamo che anche dai dati del monitoraggio marino, che presentiamo oggi, è emerso che circa l’80% dei rifiuti trovati in mare e sulle spiagge è composto da plastica, capiamo la portata del problema. Oltre alla grande campagna di sensibilizzazione #PlasticFree, il 4 aprile scorso è stata approvata in Consiglio dei Ministri la legge Salva Mare che ci aiuterà a salvare i nostri mari dal disastro ambientale a cui li stavamo condannando. Finalmente i pescatori potranno portare a riva tutta la plastica pescata (il 50% del pescato), che fino a oggi erano costretti a ributtare in acqua, aiutandoci a ridurre la presenza di rifiuti in mare. I pescatori che diventeranno “spazzini” del mare potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta".

Per Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: "L'appuntamento con Slow Fish è ancora più importante quest'anno visto che c'è grande attenzione sulle tematiche ambientali, che riguardano specificamente la Liguria che con il mare vive, dal mare è circondata e dal mare ha preso una parte importante del suo carattere e della sua civiltà. Il mare è una parte fondamentale della nostra cultura e l'uso consapevole di questa straordinaria ricchezza è il tema di questa manifestazione che unisce come tutte le belle manifestazioni momenti di approfondimento e di riflessione sul tema a momenti ludici di svago e di piacevoli eventi di degustazione di piatti a base di pesce".

"Genova deve diventare un’agorà, la casa di identificazione delle politiche della gestione del mare, uno spazio permanente sulle tematiche di Slow Fish che veda come protagonisti le istituzioni, le comunità che con il mare si relazionano, la comunità scientifica. Se questa idea troverà il sostegno della politica locale e nazionale, Genova potrebbe diventare il luogo dell’incontro, del dialogo, del confronto. È la cultura che deve diventare guida dell’economia, e un nuovo concetto di rigenerazione del Mediterraneo che restituisca al Mare Nostrum una visione armonica, in sintonia tra tutti i soggetti che intorno al mare vivono". È così che conclude il presidente di Slow Food Carlo Petrini, riprendendo l’intervento delSindaco di Genova Marco Bucci che ha lanciato un appello alle forze economiche della città affinché si costituisca nel capoluogo ligure un punto di aggregazione permanente di Slow Fish, per sviluppare una blue culture intorno al mare.

Redazione