Nuovo capitolo, sul dislocamento dei depositi costieri di Carmagnani e Superba dal quartiere di Multedo. Il sindaco di Genova, Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ne hanno parlato di recente, in occasione del sopralluogo a Voltri effettuato per visionare i lavori alla passeggiata a mare.
Purtroppo però, per i cittadini di Multedo, che questa mattina sono scesi in strada per dire basta con le servitù e i problemi a Ponente - nell’ambito del grande flash mob organizzato da ben otto comitati in sei location differenti - le risposte sono ancora interlocutorie. Bucci, che aveva già promesso una soluzione “entro il 2017” e poi “entro il 2018”, ha fissato una nuova asticella “entro giugno 2019”.
Ora, a prescindere dai contenuti delle risposte, viene anzitutto da fare una domanda: perché continuare a indicare date, ben sapendo di non essere l’unico attore in causa? Perché continuare, volontariamente e scientemente, a ingenerare enormi aspettative in una parte della popolazione se neppure si hanno delle soluzioni certe, non si è parlato con le aziende dirette interessate, non c’è una strategia comunicativa univoca con Autorità Portuale (lo si è visto purtroppo a più riprese) e c’è, al contrario, la puntuale, logica e netta contrarietà da parte della cittadinanza di fronte a qualsiasi tipo di ipotesi (non ultima quella di Vado)?
Il sindaco Bucci, che ha chiaramente un’impronta manageriale, è abituato evidentemente così: poche parole e tanti fatti. Ma in una complessa e variegata questione dove subentrano politica, economia, visione strategica della città e interessi privati e privatistici di qualche imprenditore (vogliamo parlare delle aree ex Enel sotto alla Lanterna che sono da anni nel mirino del Gruppo Spinelli…), non è possibile ragionare in meri termini tecnici. “Entro fine giugno - dice il sindaco - saranno pronte tutte le valutazioni tecniche per decidere la nuova collocazione dei depositi di Carmagnani e Superba. Poi, dovremo trovare l’accordo con le aziende e finalmente sposteremo i depositi. Stiamo valutando tutte le ipotesi, compresa quella della futura nuova diga foranea, ma quando parliamo di ipotesi, su questo tema c’è sempre grande fermento, sarà meglio parlarne solo quando avremo tutti gli elementi scientifici e tecnici per prendere una decisione. Solo a quel punto, le sottoporremo ai cittadini per la scelta definitiva”.
Bucci parla di “quattro attori: il Comune, l’Autorità Portuale, le aziende e la cittadinanza”. Pensare di trovare una soluzione armonica pare da inguaribili ottimisti. Quali cittadini accetteranno mai i depositi sotto alle loro case? A quale prezzo? Di fronte a quale contropartita, se mai fosse il caso? E ancora: siamo sicuri che le aziende potrebbero accettare qualsiasi ipotesi prospettata?
Superba, ad esempio, ha già ampiamente fatto intendere che l’unica vera, certa e reale soluzione plausibile rimane quella di Sampierdarena. Troppo piccola l’area di Cornigliano per mettere dei depositi in superficie (servono almeno cinquantamila metri quadrati per la sola azienda che ha sede a Ravenna), troppo di là da venire quella del porto di Pra’ e ancora più futuristica e futuribile quella indicata dal viceministro Edoardo Rixi, ovvero la futura diga foranea. Quanto dovrebbe aspettare Multedo per veder mantenuta una promessa? Quanto dovrebbe aspettare Superba, che ha serie e più volte rappresentate esigenze di ampliarsi? Un contesto dal quale sembra invece sfuggire Carmagnani. Davvero l’azienda si vuole spostare da Multedo? Non si è più saputo nulla, se non la richiesta di poter ampliare la capacità dei propri depositi di altri seimila metri cubi. A proposito, che fine ha fatto quella pratica? Ecco perché la partita è complessa e il sindaco, al quale non difetta la buona volontà, può seriamente rischiare di fare il terzo buco nell’acqua consecutivo. Sbagliando poi su un aspetto. Quando dice che “i depositi sono soprattutto un problema di sicurezza, e poi di salute”. Semmai, sicurezza e salute in questa situazione stanno esattamente sullo stesso piano, e non si può pensare di sottovalutare il secondo aspetto, riducendolo a un puro elemento incidentale. È un errore gravissimo.
In tutto questo quadro, s’inserisce anche il presidente della Regione Toti, che non nomina mai la ‘soluzione Sampierdarena’: “Io credo che il porto necessiti da molti anni di un piano regolatore complessivo, poiché quello attuale è molto vecchio. Con il presidente Signorini abbiamo iniziato a parlare di questo aspetto e il piano che nascerà dovrà integrare i porti di Genova, Savona e Vado. Io penso che organizzando bene le cose ci sia spazio per tutti: dobbiamo restare un porto promiscuo (crociere, container, traghetti e molto altro), siamo leader in tutti questi campi. I depositi possono restare in porto, sistemando al meglio gli spazi: potrebbero essere inseriti nel quadro della diga di Voltri, forse l’area Ilva, attualmente sottoutilizzata, e su questo mi confronterò a breve con l’amministratore delegato di Arcelor Mittal. Il petrolchimico, com’è noto, dovrà essere reso compatibile con l’espansione di Fincantieri: in quella risistemazione c’è la promessa ai cittadini di Multedo di spostare i depositi di Carmagnani e Superba”. Una promessa, appunto. Ma si è veramente in grado di mantenerla?