"Inutilmente discriminatorie, incontinenti e offensive per le scelte etiche o religiose fatte proprie dai medici obiettori di coscienza, la cui opzione professionale è garantita dalla legge n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza".
Con queste motivazioni il Consiglio di Stato ha accolto l'appello che il Comune di Genova aveva fatto dopo aver negato l'uso del servizio delle pubbliche affissioni per 130 manifesti della campagna nazionale dell'Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti "Non affidarti al caso", in tema di obiezione di coscienza in ambito sanitario.
Il Comune aveva chiesto la modifica del manifesto, in cui era raffigurato il busto di un medico in contrapposizione a quello di un ministro del culto cristiano, con la scritta "Testa o croce?" e "Non affidarti al caso" ma "Chiedi subito al tuo medico se pratica qualsiasi forma di obiezione di coscienza".
Il Tar Liguria aveva accolto il ricorso contro il diniego del Comune di Genova. La V sezione del Consiglio di Stato, invece, ha ribaltato la sentenza.