Stagionali, sottovalutati, dimenticati, relegati a categoria a parte, spesso denigrati. Eppure il nostro Paese offre una biodiversità varietale e cromatica così grande da far impallidire qualsiasi altra nazione, anche la Francia, maestra assoluta della tipologia, con un export che cresce a doppia cifra da qualche anno a questa parte.
Per questo Slow Food Editore ha presentato oggi alla 53esima edizione di Vinitaly a Verona I migliori 100 vini rosa d’Italia. Un volume agile e istruttivo che definisce il nome, racconta i colori, descrive le tecniche di produzione e analizza il mercato dei vini rosa italiani. Il volume, seguito del fortunato Le 100 migliori Bollicine d’Italia, è attualmente disponibile on line nello store di Slow Food Editore.
I vini rosa - e non “rosati” in questa guida per volontà dei curatori della redazione Slow Wine, Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni - in Italia sono visti da molti produttori come un semplice completamento di gamma e dai consumatori come la bottiglia da abbinare al pesce in estate in alternativa al solito bianco ghiacciato.
Eppure rappresentano una grande opportunità per chi li concepisce con la volontà di produrre qualità. Dalle pagine della guida traspare anche il desiderio e l’ambizione di far crescere la cultura degli appassionati, per esempio attraverso le sezioni dedicate ai differenti metodi di produzione e ai principali territori e denominazioni, come Castel del Monte Rosato, Cerasuolo d’Abruzzo, Chiaretto di Bardolino, Cirò Rosato, Salice Salentino Rosato, Valtènesi Chiaretto. Il libro si chiude con le schede delle migliori 100 etichette di vini rosa italiani, scelte dalla redazione di Slow Wine.
"Siamo ottimisti - sottolineano Gariglio e Giavedoni nell’introduzione - qualcosa si sta muovendo, c’è una volontà comune a molti produttori e a differenti consorzi di unirsi e fare gruppo, per arricchire il mercato, la qualità e soprattutto la cultura in materia. Tutte cose che attendevamo da tempo. Fortunatamente i tempi sono maturi, chissà che anche il volume che avete tra le mani non possa dare un piccolo contributo a questo forte movimento di rinascita dei vini rosa italiani".