Il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, a Genova per l'assemblea generale di Spediporto, ha rassicurto sulle intenzioni del Governo circa la ripartenza dei lavori al nodo ferroviario genovese.
Il viceministro a promesso che l'esecutivo 5 Stelle-Lega "nelle prossime settimane porterà al Cipe una modifica progettuale che consentirà di unificare la realizzazione del nodo ferroviario di Genova con quella del Terzo Valico in modo da procedere per via straordinaria e recuperare il tempo perso".
Secondo Rixi è importante realizzare i due interventi in maniera contemporanea: "Se noi realizziamo il Terzo Valico ma non sblocchiamo il nodo di Genova e non abbiamo i binari in porto, il Terzo Valico possiamo anche non farlo. Il nostro obiettivo è recuperare il tempo perso nella realizzazione del nodo di Genova, non per volontà politica, ma per le vicissitudini avute dal gruppo Astaldi, evitando che si ritorni dall'inizio con la riassegnazione degli appalti".
Sull'esigenza di comprimere i tempi di realizzazione, sempre a margine dell'assemblea di Spediporto, è il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini: "Bisogna evitare di fare una gara per ripartire, altrimenti perdiamo 6 o 9 mesi e diventa un problema enorme - ha spiegato -. Inutile parlare di Via della Seta se non siamo in grado di realizzare le opere che sono fondamentali per la crescita del porto. Possono arrivare tutti gli scambi e volumi ma non sappiamo come fare entrare e uscire i container. Il nodo ferroviario non è strettamente connesso al porto, ma indirettamente lo è per razionalizzare il traffico ferroviario, spostare i treni a lunga percorrenza da quelli regionali".
Mondini ritiene di grande importanza l'opera per l'ammodernamento infrastrutturale dell'area, ma al contempo mostra una certa rassegnazione rispetto alle lungaggini per l consegna del cantiere: "E' partita da nove anni ma purtroppo per le opere sopra i cento milioni, 14 anni e mezzo è il tempo medio di realizzazione: è una triste realtà. Ha ragione il presidente di Confindustria Boccia, ci vuole un grande shock sulle grandi opere: apriamo i cantieri e facciamo una gestione commissariale di tutta Italia almeno delle opere già finanziate e cantierabili".