Da Genova si è trasferito a Londra per studiare danza e lì ha creato il progetto “Popping For Parkinson’s” per fare ballare i malati di Parkinson gratuitamente. Le sue lezioni sono seguitissime – ormai diffuse anche in altre città e nazioni, da Torin o a Berlino a New York – e il progetto finanziato dal sindaco di Londra e diversi fondi, supportato da compagnie e università tra cui Red Bull, EPDA, Parkinson’s UK, AIP, University of Hertfordshire, University of Roehampton e molte altre.
Simone Sistarelli è giovanissimo, eppure ha perfino contribuito all’Universal Hip Hop Museum. E il suo video sul Popping per il Parkinson ha superato il milione di visualizzazioni.
Ad aprile sarà a Genova al liceo Deledda Interational School, e poi al Cinematica Festival di Ancona, al Milano Taking Care e a settembre a New York City e al Torino Taking Care per diffondere la Popping per il Parkinson.
Prima di tutto: che formazione hai e perché ti sei trasferito a Londra?
Ho iniziato a danzare Hip Hop all'età di 10 anni e non ho mai smesso. Mi sono trasferito a Londra nel 2011 quando ho iniziato gli studi al Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance dove mi sono laureato tre anni dopo in Danza Contemporanea.
Come ti è venuto in mente di insegnare danza ai malati di Parkinson?
L’interesse in questo campo nasce da diversi input: mio nonno era malato di Parkinson, l’industria della danza da performer era troppo egotistica e non faceva per me; amo il Popping e voglio trasmetterlo e condividerlo con il maggior numero di persone possibili: da tutto ciò è nato il progetto.
Perché proprio il Popping? In che cosa consiste?
Il Popping è uno stile di danza spesso confuso con la breakdance, ed è, banalmente, la danza “dei robot”, quella che Michael Jackson ha studiato da chi l’ha creata, e che ha danzato in diversi suoi video musicali. Ho scelto di insegnare questa tecnica a persone con Parkinson per diversi motivi. Intanto il Popping è quello che più mi piace e in cui sono specializzato. Inoltre noi ballerini di Popping “tremiamo” sulla musica e i parkinsoniani “tremano” senza musica. Il campo della danza per il Parkinson era limitato, prima del mio progetto, a qualche lezione di danza classica o contemporanea adattate, con piccolissimi esempi locali di tango e contact improvisation e poco altro. Infine, le persone che vengono diagnosticate ora col Parkinson sono cresciute col suono funk degli anni ’70 e ’80, quindi a loro piace di più ballare sulle note di James Brown piuttosto che su quelle di Elvis.
I malati col Popping riescono a ristabilire il contatto tra corpo e mente: in che modo?
La danza ha un potere quasi magico, e riporta umanità nella persone. Noi col nostro progetto trasformiamo pazienti in studenti. Grazie al valore intrinseco che la danza ha, si stimola il rapporto corpo/mente, che viene meno a causa della degenerazione della malattia.
Come il tremore, sintomo principale della malattia, si trasforma in espressività artistica?
Come accennato prima, i ballerini di Popping “tremano” sulla musica, mentre i Parkinsoniani “tremano” senza musica. Imparando a controllare il tremore sul tempo, lo si può utilizzare come strumento artistico espressivo e non più come sintomo negativo di una malattia.
Dal 2015 nasce il progetto: come si è evoluto? Che cambiamenti hai notato? Ha trasformato anche te?
Il progetto nasce come una semplice classe autogestita e autofinanziata. Popping For Parkinson ora è un progetto internazionale con lezioni gratuite settimanali a Londra e Torino, workshops da Berlino a New York, riconosciuto dai massimi esponenti del Popping, del mondo Parkinson e della cultura Hip Hop, finanziato dal sindaco di Londra e da vari fondi, supportato da compagnie e università tra cui Red Bull, EPDA, Parkinson’s UK, AIP, University of Hertfordshire, University of Roehampton e molte altre.
Scientificamente non si riscontrano ancora effetti, ma che progressi fanno i tuoi allievi?
In realtà studi scientifici affermano che la danza ha ottimi benefici! Per quanto riguarda specificatamente il Popping, stiamo lavorando a una ricerca scientifica che dovrebbe finire tra quasi due anni. I benefici sono evidenti, dal tremore che diminuisce al miglioramento dell’equilibrio, ma soprattutto si riscontrano una felicità e una qualità di vita molto migliorata grazie alle lezioni. Un semplice sorriso a fine lezione è una grandissima conquista, soprattutto vista la comune depressione e la difficoltà di usare i muscoli facciali per esprimere emozioni!
I tuoi corsi stanno avendo un grande successo: da cosa dipende?
Tra l’altro le tue lezioni sono gratuite… La danza ha un potere incredibile, l’importante è danzare! Il mondo ha bisogno di progetti come questo, che offrono soluzioni alternative a pillole e trattamenti terapici intensivi per malattie ancora incurabili. I corsi piacciono perché sono molto coinvolgenti su musica travolgente! In più, tutti conoscono Michael Jackson, e tutti hanno provato da giovani - o meno - a fare il Moonwalk, quindi c’è sicuramente un aspetto quasi nostalgico se vogliamo. Le lezioni sono gratuite perché noi non vogliamo lucrare sulla disabilità. Le classi a Londra sono finanziate dal sindaco e dalla lotteria, a Torino al momento siamo autofinanziati e supportati da AIP.
Quanti allievi hai? E quanti ormai sono in Italia, Europa e nel mondo?
Abbiamo una cinquantina di studenti regolari fra Londra e Torino, e centinaia di studenti nel mondo!
Quante lezioni fanno alla settimana?
Al momento, abbiamo una lezione a settimana, sia a Londra che Torino, per questioni di pochi fondi e risorse.
Pensi che si potrebbe applicare anche per altre patologie?
Certo! La danza è sicuramente un toccasana per tutte le persone, con o senza patologie! Il Popping, nello specifico, potrebbe poi essere utilizzato, secondo me, soprattutto per malattie come sclerosi multipla e Sindrome di Tourette, ma, ripeto, a parer mio tutti possono e dovrebbero danzare!
Quali sono gli effetti che, in generale, la danza ha su chi è affetto da patologie di vario tipo?
La danza aiuta a migliorare tantissimi aspetti: controllo corporeo, equilibrio, uso del respiro, coordinazione, memoria, circolazione sanguigna, postura, tono muscolare, qualità di vita, forza, sentimento di controllo sulla propria vita, autostima, riduce stress, depressione, isolamento sociale.
Stai prendendo anche un Dottorato alla Hertfordshire in che cosa?
Al momento sto facendo un MSc in Psicologia della Danza, e sto studiando proprio gli effetti che il Popping ha su umore e qualità di vita dei parkinsoniani.
Hai perfino contribuito anche al Museo dell’Hip Hop…
L’Universal Hip Hop Museum, il punto di riferimento della cultura Hip Hop a livello mondiale ha riconosciuto Popping For Parkinson’s come vero progetto Hip Hop e ci ha sostenuto e premiato. Un vero onore!
Ora il progetto è esteso a Torino: pensi di tenere corsi anche a Genova?
Al momento stiamo crescendo, presto avremo corsi a Milano e Ancona, spero presto di aprire un corso nella mia città di origine! Stiamo cercando insegnanti di Popping locali che siano interessati a imparare il metodo e rappresentare il progetto nelle diverse città e ovviamente fondi per rendere il tutto sostenibile e gratuito per i parkinsoniani.
Let's Popping!