Il nostro viaggio alla scoperta delle opere d’arte più rappresentative dei musei di Genova prosegue con quelle della Collezione Wolfson.
Esposta alla Wolfsoniana di Nervi, e conservata in quella che fu un tempo una scuola, deriva dalla donazione che nel 2008 fece alla città il filantropo americano Micky Wolfson.
La raccolta, molto eterogenea, rappresenta il periodo che va dalla fine dell’800 alla Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di opere che appartengono all’arte figurativa, come la pittura e la scultura e la grafica, ma anche alle arti decorative, presenti in gran quantità e che includono interi arredi domestici, come un salotto, una sala da pranzo e una cameretta per bambini. Si tratta di capolavori che documentano e testimoniano i passaggi delle epoche di cui sono frutto, sia dal punto di vista storico-sociale che politico, ma naturalmente anche stilistico: si va, infatti dall’Eclettismo nelle sue varie declinazioni, al Liberty, all’Art Deco fino al Razionalismo e allo Stile Novecento.
Tutti gli oggetti, in dialogo tra loro, compongono una sorta di affresco che oltre a creare una narrazione del periodo, invita il visitatore a riflettere sulle problematicità e sugli aspetti estetici di un’epoca che è stata molto complessa. Percorsa da due guerre e dittature, infatti, è testimonianza di una grande rivoluzione tecnologica e industriale, anche della città di Genova, che la collezione documenta grazie alla sua vastità di materiali, compresi anche quelli cartaceo-bibliografici.
Tra i molti arredi, colpisce in particolare il suggestivo letto in stile Eclettico e appartenente al filone dell’esotismo, realizzato a fine Ottocento da Fabio e Alberto Fabbi, come ci spiega il curatore Matteo Fochessati.
Infine è stata prorogata fino a giugno la mostra “Achille Funi e Mimì Quilici Buzzacchi. Da Ferrara alla Libia”.