La dichiarazione di Roberto Traverso, Coordinatore Nazionale SIAP Sicurezza Luoghi di Lavoro. "Nel mese di settembre 2018 il Siap fu l’unico sindacato della Polizia di Stato che intervenne a tutela della salute dei poliziotti - si legge nella nota - chiedendo in veste di RLS (ex d.vo 81/08) ai datori di lavoro interessati, dati certi in merito all’esposizione al rischio amianto per i laboratori intervenuti dopo il crollo del ponte Morandi avvenuto il 14 agosto".
"Ricordiamo - continua - che solo il Questore di Genova (che ai sensi del decreto legislativo 81 08 è il datore lavoro dei soli poliziotti che lavorano in questura e Commissariati e non di quelli in servizio presso le Specialità della Polizia di Stato) diede una risposta dal nostro sindacato, allegando una certificazione ARPAL che attestava l’inesistenza di rischio esposizione amianto, fermo restando che in quell’occasione fu chiaramente riferito che si trattava di una certificazione parziale che sarebbe dovuta essere integrata da ulteriori risultati relativi a rilevamenti successivi".
"Ebbene - prosegue Traverso - oggi a sei mesi da quella comunicazione, rileviamo che le istituzioni locali riconoscono che la presenza di amianto nel calcestruzzo con il quale fu edificato il ponte crollato preoccupa al punto di interrompere delle procedure di abbattimento già pianificate. Pertanto, il Siap chiederà formalmente al Questore di Genova e a tutti gli altri datori di lavoro della Polizia di Stato interessati di integrare i propri DVR (documenti votazioni del rischio) tenendo conto del livello di esposizione a rischio amianto al quale sono stati sottoposti gli operatori interessati anche se l’attività lavorativa è stata svolta al di fuori delle Aree riservate della Polizia di Stato".
"Teniamo a precisare - conclude - che la nostra organizzazione sindacale non vuole assolutamente creare allarmismo all’interno della categoria ma ritiene assolutamente necessario che si faccia chiarezza su un argomento delicatissimo per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia di Stato in merito ad un’esposizione a rischio malattie che, come noto, si conclamano dopo molti anni dall’esposizione".