Hanno tappezzato la città di manifesti gialli, lanciato petizioni online e richiesto condivisioni social con l’hashtag #pensionea20anni: tutto questo per farsi sentire… e anche un po’ ascoltare. L’ultimodeimieicani - una band, un nome e una garanzia genovese Indie-Rock - ha voluto fare le cose in grande per l’uscita del prossimo singolo unendo la critica sociale alla beffa.
E sarà proprio “Pensione a 20 anni” il titolo del nuovo brano, disponibile da venerdì 8 marzo, che vuole prendere in giro ma anche far riflettere. Una riflessione che parte dai giovani per arrivare agli stessi giovani: “Diamo un segnale - scrivono all’interno del Manifesto per la pensione a 20 anni - Credete davvero che ci faccia differenza l’andare in pensione a 65 o 70 anni?”. Una condizione precaria a cui la gioventù di oggi pare destinata, in un mondo del lavoro a dir poco complicato.
“Ogni giorno - si legge nel manifesto - noi giovani ci troviamo, troppe volte, di fronte a scelte obbligate. Spesso ci viene detto che non sappiamo accontentarci, ma nella maggior parte dei casi siamo costretti a farlo perché non abbiamo alternative. Da sempre - continua - ci è imposto un modello di vita che per tutti ha lo stesso copione: studio, lavoro e pensione (se tutto va bene) [...] Mentre frequentavamo l’università ci siamo accorti che c’erano persone intorno a noi che potevano permettersi anni fuori corso, università di lusso e più di un viaggio all’anno. Noi, invece, continuiamo a fare i camerieri rigorosamente in nero, che tanto ormai ci siamo abituati, e magari metteremo qualche soldo da parte per farci una settimana al mare, ma niente di più. Tutto questo non vuol dire che ci piangiamo addosso o che sia nostra intenzione farlo, ma vorremmo che qualcosa cambiasse.” E ancora “Vorremmo che tutti avessero la possibilità, negli anni della propria crescita, di poter esplorare il mondo, scoprire e portarsi dentro delle cose che creeranno i noi del domani. Perché non investire sui giovani?”.
Un brano, quindi, che vuole celebrare le esperienze concrete piuttosto che un modello di vita standard imposto dal sistema che tende a soffocare le aspettative dei ragazzi.