Innovazione - 04 marzo 2019, 18:00

A Genova il docente esperto di Antartide, Schiaparelli: "Riscaldamento globale, non siamo al punto di non ritorno"

Di recente è tornato dall'Antartide dove ha portato avanti un progetto pilota per studiare gli organismi marini. Si tratta del prof. Stefano Schiaparelli, direttore del Museo dell'Antartide di Genova, che ci ha parlato anche dello scioglimento dei ghiacci e del riscaldamento globale (VIDEO)

Sono allarmanti le recenti notizie relative all’Antartide e al riscaldamento globale. L’ultima delle quali riguarda la scoperta di una cavità sottostante il continente, grande come due terzi della penisola di Manhattan e alta quasi 300 metri, prodotta dallo scioglimento del ghiacciaio principale dell’Antartide ovest e un enorme iceberg di circa 660 km che minaccia di staccarsi dal continente.

Abbiamo chiesto proprio a chi è stato là a fare ricerche e di recente è tornato dalla spedizione del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide) ed ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) per condurre un progetto pilota la cui metodologia si potrà estendere a tutte le basi presenti in Antartide e che consiste nello studiare geneticamente gli organismi delle comunità marine, estraendone il Dna per facilitarne in futuro il monitoraggio.

Si tratta di Stefano Schiaparelli, zoologo torinese, docente all’Università di Genova e Direttore del Museo dell’Antartide di Genova (chiuso dal 2017, ma in attesa di una nuova sede), che abbiamo incontrato al Distav (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Ambiente e della Vita), dove sono conservati i reperti provenienti dall’Antartide e che saranno poi esposti nel nuovo museo, oltre che digitalizzati. Ed è proprio qui che si trovano tutte le collezioni di organismi a disposizione dell’intera comunità scientifica italiana: di fatto la sede genovese del Museo dell’Antartide ha la responsabilità nazionale di tutti i campioni biologici raccolti da sempre dalle spedizioni italiane, cioè a partire dal 1985.

“Per quanto riguarda l’innalzamento marino, dovuto al ghiaccio che si stacca – commenta Schiaparelli - si vede quando si staccano, appunto, enormi pezzi di calotta. Il trend è quello del riscaldamento globale, che si osserva dai dati strumentali e dall’aumento costante e progressivo di anidride carbonica, che crea variazioni climatiche innegabili, ma in questa fase è ancora difficile poter stabilire con certezza quanto tempo ci rimane prima del punto di punto di non ritorno. E anche i glaciologi, che si occupano nello specifico di studiare il bilancio di massa dei ghiacciai delle calotte, hanno ancora modelli imperfetti: quanto ghiaccio si fonde sotto le porzioni di ghiaccio in mare, è difficile stabilirlo. I segnali ci sono, comunque, e soprattutto lungo la penisola antartica il fenomeno di riscaldamento è ampiamente visibile, non nel Mare di Ross”.

E a proposito di mare, è importante ricordare che in Antartide esiste il più grande Parco Marino del mondo dal 2017, grazie al quale si sta preservando un’area di quasi 2 milioni di chilometri quadrati. Si tratta di un’azione fondamentale, perché quello antartico “è l’ultimo continente non toccato dalla mano dell’uomo, se non in modo indiretto, e che ha un ecosistema fragilissimo”.

E Schiaparelli lo conosce bene, avendo effettuato oltre 50 immersioni in questo mare gelido in ben 9 spedizione in Antartide. Genova, infatti, ha alle spalle una lunga e prestigiosa tradizione di zoologi e biologi che hanno contribuito a far nascere il PNRA, tanto che anche la base Mazzucchelli, quella dove Schiaparelli ha effettuato le ricerche, è stata scelta da un genovese.

Ecco l’esperienza raccontata e documentata dallo zoologo durante i 2 mesi trascorsi in Antartide:

Medea Garrone