Mentre la raccolta di firme contro i depositi costieri di materiale chimico a Ponente prende quota, grazie all’impegno dei cittadini, dei vari comitati e dei gruppi di maggioranza del Municipio VII Ponente che hanno promosso l’iniziativa, arriva la dura reazione di tutti i capigruppo e del presidente dell’ente di piazza Gaggero alle parole di Aldo Spinelli.
L’imprenditore, in un’intervista rilasciata ieri in Valpolcevera nell’ambito della consegna alla zona di un contributo di circa ottantamila euro da parte della Lega Calcio di Serie B (di cui fa parte in quanto presidente del Livorno), ha dichiarato che “Carmagnani e Superba devono restare a Multedo, perché non ci sono altre zone della città che possono sopportare un insediamento così inquinante”.
E ancora: “Le case della zona sono state costruite dopo il deposito petrolchimico, quindi chi è andato ad abitare lì lo ha fatto nella consapevolezza che di fronte a casa aveva un potenziale pericolo. Penso che ora sia giusto dotarlo di protezioni, come quelle in prossimità delle autostrade, ma spostarlo no”.
Già ieri, sui social network, le reazioni sono state molteplici. Da chi ha fatto notare che Spinelli ha interessi molto forti sulle aree dell’ex centrale Enel sotto alla Lanterna (una delle ipotesi per il trasloco dei depositi) a chi, i multedesi, ha ricordato che molte case del quartiere sono dei primi del Novecento, mentre Carmagnani è arrivata nel 1967. Quindi le parole di Spinelli non solo sono inesatte, ma anche estremamente pesanti.
Secondo il presidente del VII Ponente Claudio Chiarotti e tutti i capi gruppo (un documento congiunto, in questi tempi di fortissima dialettica politica, è un bellissimo segnale) - ovvero Luca Bozzo (Lega), Filippo Bruzzone (A Sinistra), Carlo Calcagno (Chiamami Genova), Michela Corronca (Vince Genova), Massimo Currò (Movimento 5 Stelle), Fulvia Musso (Forza Italia), Giovanni Battista Sacco (Lista Crivello) e Ugo Truffelli (Partito Democratico) - “sembra quasi che gli abitanti di Multedo abbiano dei poteri speciali a vivere a tre metri da quei depositi o che debbano scontare una qualche colpa primordiale”.
La replica a Spinelli è decisa: “Ha fatto affermazioni offensive per Multedo e per tutto il Ponente. Spinelli forse dimentica l’esistenza di un Piano Urbanistico Comunale che considera tutto Multedo un distretto di trasformazione e pertanto i depositi devono essere dislocati in area portuale in quanto incompatibili sul piano urbanistico e ambientale. Spinelli forse non conosce cosa vive ormai da troppi anni il quartiere di Multedo a causa di questa difficile convivenza, e forse non ricorda - ma noi sì - quanto successo il 15 maggio 1987 sotto le finestre di chi abita a Multedo, quando ci fu un incidente in cui persero la vita quattro persone”.
E aggiungono: “Al signor Spinelli, che tanto pare preoccuparsi per l’incolumità dei cittadini genovesi, ricordiamo che non esistono cittadini di serie A e di serie B, anche se dalle sue affermazioni pare invece che consideri tali gli abitanti di Multedo. Noi, che non abbiamo altri interessi sulla questione se non il futuro di Multedo, crediamo che a quegli abitanti dopo tanti anni sia dovuto innanzitutto il rispetto”.
Sentire l’appoggio di tutta la politica, senza se e senza ma e senza distinzione di bandiere e vessilli, è sicuramente un fatto gradito per i multedesi. Magari sarebbe bello che una parola, in questo senso, arrivasse anche dal sindaco Marco Bucci. Perché non solo rafforzerebbe l’atto del Municipio ma servirebbe pure a ribadire come la politica non sia più disposta ad accettare il ‘ricatto’ di certi imprenditori.
Quello che Spinelli, dalla Valpolcevera, ha dimenticato di dire, infatti, è come mai i depositi devono restare a Multedo. Perché non possono andare in porto. Sarebbe stato intellettualmente più onesto aggiungere quanto già dichiarato, lo scorso 7 dicembre, a un’emittente televisiva locale: “Ho chiesto alle istituzioni di accelerare e di darmi i ventiduemila metri che sono a ponente della centrale Enel. Da due anni non sono più utilizzati, ma niente si muove. Tagliano a metà le mie concessioni, è da due anni che le chiedo, ma c’è Arpal che dice che devono essere fatte verifiche ambientali. Ma le sembra? Non vogliamo mica che ci vadano a giocare i bambini, ci portiamo dei mezzi. Qui ci vorrebbero fare i depositi petrolchimici, ma sono pericolosi”. Il signor Spinelli è della vecchia scuola, ma conosce benissimo, evidentemente, le tecniche di comunicazione attuali: una bella fake news (le case sorte dopo i depositi a Multedo, una frase pronunciata e riportata su portali web e su un quotidiano locale di oggi senza il minimo contraddittorio), per nascondere la vera sostanza del discorso (i ventiduemila metri quadrati sotto la Lanterna che ha chiesto alle istituzioni).
Meno male che negli archivi rimane sempre tutto.