Il consigliere del Partito Democratico Pippo Rossetti attacca Governo, Regione e Comune, ritenuti responsabili di una cattiva gestione della situazione del ponente genovese, ancora bisognoso di interventi per risollevarsi dalla crisi successiva al crollo del ponte Morandi.
"A sei mesi dalla tragedia del ponte Morandi il Governo non è ancora riuscito a fare il decreto del Mise e del Mef che consente sia l’esenzione dell’Irpef, dell’Irap e dell’imposte immobiliari municipali, sia l’esonero dei pagamenti previdenziali e assistenziali per artigiani, commercianti, imprese e liberi professionisti della zona franca. E così anche a febbraio, dopo sei mesi dalla tragedia, bisogna compilare i moduli F24 e F23 e pagare tutte le imposte, come se non fosse successo niente - scrive Rossetti -. Ignoriamo il motivo per cui il presidente della Regione Toti, il sindaco Bucci e il ministro Toninelli non si occupino di questa vicenda e perché il Governo si sia dimenticato delle tante aziende genovesi in difficoltà".
"Purtroppo, però, le omissioni dei due commissari non finiscono qui. Perché ancora oggi non si sa nulla sui piani di demolizione e di ricostruzione del ponte autostradale. Non abbiamo ancora visto l’atto fondamentale per la sicurezza del cantiere: il Documento di valutazione del rischio, che rappresenta la garanzia programmata e verificabile che i comitati e i cittadini chiedono a grande voce - aggiunge il consigliere regionale del Pd -. Fare in fretta, come fanno in Cina e Giappone, non deve essere in contraddizione con la salute e la sicurezza delle persone che abitano nei pressi del cantiere e che dovranno convivere ancora per molto tempo con smog e rumore, così come per i lavoratori lì impegnati. Il Documento di valutazione del rischio fugherebbe le comprensibili preoccupazioni che destano le quantità di amianto presenti negli edifici della zona rossa, così come la preoccupazione per gli immobili limitrofi, a fronte dell’utilizzo dell’esplosivo per la demolizioni di parti del ponte".
Conclude Rossetti: "I dati delle centraline di Fegino, corso Europa e Sestri Ponente richiedono immediate misure così come preoccupa il fatto che non vi siano dei rilevatori di inquinamento in punti nevralgici come via Sampierdarena e Lungomare Canepa. Siamo contenti che si attivino gli osservatori, ma vorremmo anche sapere quali misure si intendano adottare per garantire la salute degli abitanti, che dovranno convivere con i lavori. Non si tratta di rallentare il processo di ricostruzione, ma di avere precise garanzie di tutela dei cittadini che al momento mancano".