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Politica | 12 febbraio 2019, 16:30

Il consiglio regionale contro il trasferimento coatto per 15 lavoratori Tirrenia

I 15 dipendenti genovesi della Tirrenia saranno trasferiti presso gli stabilimento di Piombino e Isola d'Elba. I commenti dei consiglieri Pastorino, Battistini e Lunardon

Il consiglio regionale contro il trasferimento coatto per 15 lavoratori Tirrenia

Questa mattina il consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, firmato dai capigruppo di tutte le forze politiche, in cui si chiede a Tirrenia di tornare indietro sul trasferimento dei 15 dipendenti genovesi.

"Si tratta di un atto di licenziamento mascherato, che infatti indurrà i dipendenti di Tirrenia ad abbandonare il proprio lavoro. Tutto questo avviene in un’azienda che ha una presenza storica nella nostra città – dichiarano il capogruppo di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino e il vicecapogruppo Francesco Battistini -. L’azienda non ha presentato un piano di riorganizzazione che giustifichi questo trasferimento e, cosa ancora più assurda, non è stata avviata una vera trattativa che impegni la proprietà e il sindacato a trovare soluzioni condivise".

"Siamo arrivati al provvedimento coatto: un’arroganza padronale senza limiti – concludono Pastorino e Battistini -. Il consiglio regionale ha elaborato un ordine del giorno che impegna il presidente Toti a un’immediata interlocuzione con i vertici dell’azienda, il Governo e le regioni interessate, Campania, Toscana e Sardegna, al fine di evitare alla Liguria questa ennesima e assurda perdita occupazionale. Abbiamo chiesto, inoltre, di sottoporre alla proprietà la necessità di salvaguardare i posti lavoro degli addetti alla biglietteria Moby di Genova".     

“No al trasferimento di 15 dipendenti genovesi di Tirrenia Cin a Porto Ferraio e a Piombino: una decisione unilaterale dell'azienda che ha il sapore del licenziamento e che non è stata discussa con i sindacati - aggiunge il capogruppo del Pd in Regione Liguria Giovanni Lunardon -. Stop anche al licenziamento dei lavoratori della biglietteria Moby di Genova. Oggi Moby e Tirrenia appartengono allo stesso armatore all’interno di unica holding”. Il documento approvato in mattinata impegna consiglio e giunta regionale a “interloquire con il Governo e le Regioni interessate al fine di scongiurare tale trasferimento, assicurando la tutela dei diritti dei lavoratori. Nel documento si chiede anche alla Giunta di intervenire sul titolare dell’azienda Moby e sul Governo per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro di sette persone, dopo la chiusura della biglietteria Moby di Genova”.

I lavoratori di Tirrenia, sottolinea Lunardon, “sarebbero costretti a prendere servizio a Porto Ferraio e a Piombino dal primo marzo prossimo. Questa decisione è stata presa in assenza di un piano di riorganizzazione che giustifichi i trasferimenti e rappresenta un duro colpo per la presenza storica di Tirrenia nel Porto di Genova, che risale al 1936, e che oggi consta, in totale, di circa 50 dipendenti amministrativi”. Il trasferimento, si legge nell’ordine del giorno “avverrebbe in assenza di qualsivoglia incentivo e senza alcuna contrattazione sindacale. Senza contare che 7 dei 15 dipendenti godono dei benefici della legge ex 104”.  

Redazione


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