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In Breve

Resistenze | 17 gennaio 2019, 08:54

"Campo 52": da Coreglia ad Auschwitz per non dimenticare

Lunedì 21 gennaio, Massimo Minella porta il racconto di Campo 52. Storie di crimini e d’amore in tempo di guerra a Coreglia Ligure, dove alle ore 10,30 presso il ponte Don Salini si tiene la commemorazione ufficiale della partenza dei detenuti ebrei dal campo di concentramento di Coreglia verso Auschwitz

"Campo 52": da Coreglia ad Auschwitz per non dimenticare

Lunedì 21 gennaio, Massimo Minella porta il racconto di Campo 52. Storie di crimini e d’amore in tempo di guerra a Coreglia Ligure, dove alle ore 10,30 presso il ponte Don Salini si tiene la commemorazione ufficiale della partenza dei detenuti ebrei dal campo di concentramento di Coreglia verso Auschwitz.

L’appuntamento fa parte delle celebrazioni del Giorno della Memoria 2019. Campo 52. Storie di crimini e d’amore in tempo di guerra ne ha raccontato la storia in uno spettacolo, prodotto da Teatro Pubblico Ligure, recentemente andato in scena a Sori e all’Acquario di Genova.

È in corso di preparazione un volume che raccoglie i documenti e le nuove testimonianze raccolte da Minella, giornalista e scrittore genovese, per ricordare un episodio dimenticato della seconda guerra mondiale. La memoria del campo di concentramento di Coreglia, un paese tra le montagne nell’entroterra di Chiavari, rischiava infatti di perdersi per sempre. Anche perché sin dalla sua fondazione le notizie sul campo sono deliberatamente state fuorviate per tenerlo il più possibile nascosto.

Campo 52 racconta la storia vera di quello che è accaduto e nessuno ha più voluto ricordare. Il campo di concentramento di Pian di Coreglia ha vissuto due volte. Fino all’8 settembre del ’43 è stato la destinazione dei prigionieri della Guerra d’Africa, soldati del Commonwealth catturati in Libia dalle forze italo-tedesche. Dopo la firma dell’Armistizio è invece diventato campo per internati civili, dissidenti politici, oppositori del Regime, ma anche ebrei, rinchiuso qui prima della deportazione ad Auschwitz. Attraverso una storia d’amore fra due giovani, si snoda così questa storia che nello spettacolo rivive anche attraverso le parole e le musiche dell’epoca. Un microcosmo che si confronta con qualcosa di enorme e terribile. Una pagina che forse vale la pena restituire al presente, affinché non dimenticando, si possa affrontare più consapevolmente il futuro.

Massimo Minella, nato a Genova. Caporedattore vicario dell'edizione ligure del quotidiano “la Repubblica”, è autore di numerose pubblicazioni di narrativa per l'infanzia e di argomento storico-economico. Nel 2014 ha vinto il premio 'Mare Nostrum Awards' per un reportage sul Mediterraneo e nel 2016 il premio 'Marincovich Cultura del Mare' per il suo libro Storie di navi e principesse che non fecero ritorno. Dai suoi libri sono tratti testi che l'autore stesso racconta nei festival teatrali, a cura del Teatro Pubblico Ligure.

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