"La decisione di anticipare alle ore 15 di Lunedì 21 Gennaio l'incontro calcistico Genoa – Milan arriva nel momento in cui a Genova si è aperta una discussione in categoria sulle presunte nuove misure che sarebbero introdotte a breve da parte del Ministero dell'Interno per far fronte all’emergenza del tifo violento". Commenta Roberto Traverso del Siap.
"Obbiettivamente il bilancio generale che si raccoglie a fine 2018 non preoccupa per la violenza fisica negli stadi, ma per il consolidamento di rapporti non trasparenti tra società sportive e tifoserie molto indispettite dallo spauracchio del blocco delle trasferte o altre misure di contenimento sul territorio. Evocare con forza l'emergenza violenza del tifo violento da combattere attraverso, l'introduzione di una nuova ricetta sembra invece riproporre aspetti già noti o, peggio, ritornare indietro nel tempo".
"Il fatto che le partite classificate “a rischio” non si giochino la sera non rappresenta alcunché di innovativo, ma la mera applicazione di direttive già esistenti dopo la tragedia di Catania che vide morire l’ispettore capo Filippo Raciti. Come spesso accade in Italia si agisce sull’onda delle disgrazie per poi scordarsene rapidamente, così partite a rischio e soprattutto derby sono tornati a disputarsi la sera nel giro di breve tempo. Non solo, a questo si è aggiunta la frammentazione dei match in molte giornate e orari differenti che richiede così un costante impiego di uomini dei reparti inquadrati in quasi tutte le giornate e tutti gli orari, rendendo complicato fronteggiare questi impegni praticamente continui e creando difficoltà nello stabilire codici operativi costanti".
"In una città come Genova, soggetta a grandi problemi di viabilità e con un impianto antiquato posto nel cuore della città ci sono incredibili differenze tra giocare un sabato pomeriggio, un sabato sera, una domenica a pranzo, un lunedì. Anche l’interruzione di partite per motivi di ordini pubblico, da tempo esistente, non è stata applicata praticamente mai in Italia, nemmeno in caso di incidenti, preferendo sempre assecondare la logica dello spettacolo che deve continuare, la stessa logica che rende possibile che si ripetano costantemente insulti razzisti, esposizioni di striscioni offensivi (come accaduto anche a Genova) senza che vi siano concretamente interventi forti. Se in questi ultimi anni a Genova, i gruppi più accesi di ultrà si sono 'visti meno' in piazza, non è certo perché le partite si sono giocate al pomeriggio, ma perché 'taluni noti personaggi' in qualche modo riescono ad incidere sulle regole di gestione della sicurezza, impedendo, per fare un esempio, di utilizzare l’autostrada a Genova Est nei casi di partite casalinghe del Genova o di sfruttare il parcheggio di piazzale Kennedy laddove giochi la Sampdoria. Questo per non 'infastidire' le tifoserie passando nelle loro 'zone'.
"Come SIAP siamo sempre stati contrari a queste forme di legittimazione di persone che non possono essere legittimate dallo Stato come interlocutori laddove la loro condizione è l’uso di violenze che possono portare a conseguenze tragiche come a Milano e come è rischiato di accadere pochi giorno dopo a Roma dove alcuni colleghi sono stati pesantemente feriti negli scontri pianificati dai tifosi della Lazio. Per questo motivo abbiamo sempre criticato duramente qualsiasi rapporto troppo spregiudicato o confidenziale con personaggi che hanno presunti o ingiustificati ruoli di leadership all’interno delle curve locali. Pertanto invece di anticipare una partita di cartello alle ore 15 di un lunedì lavorativo, creando disagi urbani e disagi ai tifosi civili che non potranno recarsi allo stadio, sarebbe meglio riprendersi integralmente la gestione della sicurezza all'interno e al di fuori del De Ferraris".