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Attualità | 29 dicembre 2018, 16:00

Carceri, dopo le rivolte nei penitenziari di Trento e Lucca il SAPPE sollecita l’esecutivo Conte: "Altro che governo del cambiamento, la situazione è sempre peggio"

"Sospendere vigilanza dinamica e subito tavolo permanente al ministero con i sindacati".

Carceri, dopo le rivolte nei penitenziari di Trento e Lucca il SAPPE sollecita l’esecutivo Conte: "Altro che governo del cambiamento, la situazione è sempre peggio"

Dura presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE dopo i gravissimi eventi critici accaduti nelle carceri di Trento e Lucca. E il Sindacato, che accusa il Governo di non avere assunto fino ad ora provvedimenti concreti per fronteggiare l’emergenza, chiede al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto oggi vigente nelle carceri.

“Quelle di Lucca e Trento, con detenuti in rivolta e gravi violenze, sono gli ultimi due gravi fatti che accadono nelle carceri italiane. Eventi come questi sono sempre più all’ordine del giorno e a rimetterci è sempre e solo il Personale di Polizia Penitenziaria. Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria adottino con tempestività urgenti provvedimenti, a cominciare dalla sospensione della vigilanza dinamica delle sezioni detentive, provvedimento che ha favorito e favorisce questa ignobile e ingiustificata violenza nei penitenziari facendo stare i detenuti fuori delle celle a non fare nulla tutto il giorno”, commenta il Segretario Generale SAPPE Donato Capece.

 “La situazione nelle carceri resta allarmante: l’affollamento nelle carceri è tornato ad essere a situazioni allarmanti, con oltre 60mila presenze rispetto ai circa 42mila posti, a tutto discapito delle condizioni operative delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Altro che “Governo del cambiamento”, altro che situazione tornata alla normalità. I problemi del carcere sono reali, non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini, ma criticità reali da risolvere concretamente, non facendo fare al Corpo di Polizia Penitenziaria un salto indietro di 50 anni come vorrebbe il Capo del Dipartimento Francesco Basentini che dimostra di non avere ancora capito quali sono i reali problemi dei penitenziari italiani. I numeri dei detenuti in Italia è tornato a livelli di affollamento insostenibili, e le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni surreali, come quelle del Ministro della Giustizia Bonafede e del Capo DAP Basentini che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive”, conclude il leader del SAPPE. “Quel che servirebbe è un tavolo permanente sulle criticità delle carceri italiane, che non può che essere composto anche dal SAPPE e dagli Sindacati della Polizia Penitenziaria!”

Comunicato Stampa

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