“Natale tra memoria e speranza: un albero per Genova. 43 artisti reinterpretano lo spirito della Natività”. Questo il titolo dell'installazione presente già da alcuni giorni nella Sala della Trasparenza della Regione Liguria ma inaugurata ieri, poco prima del via ufficiale alle feste di natale in piazza, alla presenza del Presidente Toti, del sindaco di Genova Marco Bucci e del vescovo ausiliare Monsignor Nicolò Anselmi.
È un'installazione natalizia ideata e realizzata a cura della Fondazione Novaro, che raccoglie 43 opere di artisti liguri, in omaggio alle 43 vittime del ponte Morandi. L'installazione è a forma di albero, ha 43 rami, si regge su un basamento che ricorda i rocchettoni usati per trasportare cavi su mezzi pesanti ed è contornato da pietre di fiume, materiale ricavato dal greto del Polcevera come i pezzi di legno che sono serviti per realizzare i rami. Sulla sommità dell'albero è fissato un piccolo presepe "a pigna" realizzato dall'artista albissolese Tullio Mazzotti nel 1929. "Gli artisti - spiega Maria Teresa Orengo della Fondazione Novaro - hanno utilizzato come supporto la ceramica, così come è di ceramica il piccolo presepe: è stato visto come elemento tradizionale e di unione, comune a tutta la Liguria, ma anche innovativo. Avevamo bisogno, per questo natale così particolare per Genova e la Liguria, di un segno diverso, di un coinvolgimento più forte".
"Questo albero - ha detto il Presidente Toti - è il simbolo della capacità di reazione e dell'orgoglio di questa città, e anche dell'efficacia delle azioni che con il contributo di tutti vengono portate avanti: basta vedere come cambia la città ora dopo ora grazie al lavoro del Sindaco e di tutti i genovesi. Ringrazio la Fondazione Novaro per questa bellissima installazione che si aggiunge ai tanti esempi di solidarietà che abbiamo visto in questi mesi". Le singole opere saranno messe all'asta alla fine delle festività, a partire dall'11 gennaio 2019. Il ricavato verrà devoluto a favore delle scuole di pertinenza della zona rossa del Ponte Morandi.