Anche nel 2018 il Comune di Genova aderisce, su invito della Comunità di Sant’Egidio, alla campagna delle “Città per la vita” contro la pena di morte.
Venerdì 30 novembre, alle 20.30, nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, dopo il saluto di Arianna Viscogliosi, assessore alle Pari opportunità e diritti del Comune di Genova, interverranno la responsabile per la Liguria della Campagna per l’abolizione della pena di morte della Comunità di Sant’Egidio, Simona Merlo e Luca Borzani.
Porterà la sua testimonianza Art Laffin che, dopo l’uccisione del fratello Paul, ha scelto di impegnarsi perché l’assassino non fosse eseguito e ha aderito all’associazione Journey of Hope, che unisce parenti di vittime e parenti di condannati a morte per chiedere l’abolizione della pena capitale.
Laffin sarà ospitato venerdì 30 novembre alle ore 10 al liceo Lanfranconi per assemblee con gli studenti sui tema della pena capitale, della giustizia, della vendetta e del perdono.
Nella serata del 30 novembre la fontana di piazza De Ferrari, sarà illuminata con luci di colore giallo, con la presenza del sindaco o di un assessore al momento dell’accensione. Messaggi di informazione e sensibilizzazione sull’argomento compariranno, grazie alla collaborazione di Primo Canale, sul maxi schermo della Terrazza Colombo.
"La Giunta con questa decisione – dichiara Arianna Viscogliosi – rinnova anche per il 2018 la partecipazione di Genova alla Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte, in esplicito riferimento a valori presenti anche nella nostra Costituzione, quali la difesa dei diritti inviolabili dell’uomo e l’inammissibilità di pene consistenti in trattamenti contrari al senso di umanità e della pena di morte".
"Parlare di pena di morte – spiega Simona Merlo, della Comunità di Sant’Egidio – ha un valore tutto particolare anche oggi, in Europa. Ascoltare la testimonianza di un uomo che ha saputo vincere il rancore indica una strada per società fragili, spaventate, piene di rancore come le nostre: la violenza non si vince con la violenza, ma con un surplus di umanità e solidarietà. La vendetta e il rancore – è la grande lezione di questi testimoni – tolgono la libertà innanzitutto a chi li vive".