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Attualità | 23 novembre 2018, 16:33

Garante Diritti Infanzia: "Tutori volontari per minori stranieri: qualificati e competenti"

Il Garante illustra il bilancio sull’attività svolta: selezionati in 12 mesi 87 tutori volontri su 162 domande. Lalla: «Occorrono nuovi strumenti legislativi per tutelare i minori che “navigano” nel web e per rispondere all’evoluzione del costume»

Garante Diritti Infanzia: "Tutori volontari per minori stranieri: qualificati e competenti"

In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, celebrata il 20 novembre scorso, il Difensore civico Francesco Lalla, a cui sono affidate le funzioni di Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, presenta il bilancio sull’attività svolta nel 2017 e suggerisce interventi normativi di adeguamento alle nuove istanze che emergono nella società. «La firma della Convenzione di New York, in cui sono stati sanciti i diritti dell’Infanzia, è una ricorrenza importante - dichiara Francesco Lalla – perché ribadisce valori e princìpi che vanno sempre tutelati e ci consente di fare un bilancio sulle iniziative e sui progetti avviati ».

Tutori dei minori stranieri non accompagnati «Alla fine dell’anno scorso abbiamo dato applicazione, fra le prime regioni in Italia, alla legge 47 del 2017 che ha finalmente dato una regolamentazione nazionale per la selezione e la formazione del tutore volontario dei minori stranieri non accompagnati mentre fino ad un anno fa il reclutamento era affidato alla libera iniziativa dei Comuni. I bandi che abbiamo emanato sulla scorta della legge 47 hanno avuto un’ottima risposta che ci ha permesso di costituire una squadra qualificata e competente di volontari tutori che, mi auguro, possa ancora crescere». Lalla sottolinea un aspetto qualificante: «Le numerose adesioni ci confortano perché dimostrano la coscienza civile e l’impegno sociale che animano molti cittadini i quali non esitano a mettere a disposizione competenze e tempo libero per garantire accoglienza e tutela a soggetti più deboli e più fragili».

Adeguare le norme all’evoluzione della società: la sentenza di Genova sulle due mamme, tutela dei minori sul web, Il Garante, coglie l’occasione e si lascia andare ad alcune riflessioni più generali: «Gli impianti normativi sui minori appaiono spesso superati dai tribunali, che prendono atto più rapidamente della continua evoluzione del costume attraverso sentenze che, spesso, fanno giurisprudenza. Mi riferisco, per esempio, al caso recentissimo e tutto genovese in cui il tribunale civile ha stabilito che l’ufficio anagrafe del Comune deve iscrivere nel certificato di nascita di una bimba, in qualità di genitore, anche la compagna della mamma. Non è il primo caso in Italia e, pare di capire, anche in Liguria ne seguiranno altri. Sotto il profilo giuridico – aggiunge - ritengo che la sentenza vada nella direzione giusta, ma ribadisco ancora la necessità che, anche su questa materia, si arrivi ad una regolamentazione chiara per via legislativa: ancora una volta, infatti, questo caso rivela la lentezza con cui la politica recepisce le istanze che emergono dalla comunità e riesce a legiferare nel merito per mettere ordine in una materia così delicata». Secondo il Garante il ritardo normativo riguarda anche altre emergenze: «L’utilizzo, direi quasi compulsivo, degli smartphone da parte di molti adolescenti e, soprattutto, l’accesso incontrollato al web rappresentano un’altra importante sfida per il legislatore, che deve assolutamente intervenire per tutelare il minore e impongono anche al Garante un approccio adeguato al problema».

Disegno di legge 735, la cosiddetta proposta del senatore Pillon Rispetto al disegno di legge 735, il cui esame è cominciato alla Commissione giustizia del Senato e che ha già sollevato numerose polemiche, il Garante dei diritti dei minori suggerisce cautela: «Si tratta ancora di un cantiere aperto su quale ritengo, dunque, sia prematuro esprimere dei giudizi. Attendiamo il testo definitivo per valutare se tuteli o meno l’interesse primario del minore». Garante comunale dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza Francesco Lalla ha espresso perplessità sulla recente istituzione, a Genova, del Garante comunale dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza: «Questa figura, secondo gli atti approvati all’unanimità dal Consiglio comunale, viene nominata dal sindaco, può essere revocata solo dal sindaco e il suo incarico termina alla fine del mandato del primo cittadino. In tal modo – spiega - rischia di venire meno la sua indipendenza e autonomia, che sono le peculiarità di questo organo, oltre a rappresentare una sovrapposizione rispetto al garante regionale».

Il responsabile dell’Ufficio del garante dei minori Dario Arkel sottolinea alcune problematiche sorte nell’applicazione della legge sui tutori: «Si sono riscontrate difficoltà da parte delle Comunità e dei Servizi municipali preposti al coordinamento delle stesse in riferimento a quanto sostenuto dalla legge 47/2017: i Servizi municipali sono tenuti a informare e accogliere i tutori nominati, quali unici soggetti prioritari responsabili del minore straniero non accompagnato a loro affidato. Reputiamo indispensabile – spiega - per la migliore efficienza e efficacia dell'opera del tutore che i Comuni liguri riconoscano il ruolo attivo dei tutori legalmente nominati a prendersi cura dei minori stranieri». Arkel entra anche nel merito del dibattito nazionale sul disegno di legge Pillon: «Rispetto a questa iniziativa legislativa vi è da dire che con una certa disinvoltura il Bambino non viene preso in considerazione quale soggetto attivo, da ascoltare. Il minore, al contrario, è parte degna del maggior rispetto nel momento del conflitto tra i genitori, e sarebbe, pertanto, auspicabile una revisione della proposta nel senso del rispetto dei Diritti del Bambino». Sempre rispetto ai diritti del minore il dirigente dell’Ufficio avverte: «Va rispettata l'identità del bambino a scuola perché porta in "dote" il suo passato di 6 anni precedenti l'ingresso a scuola da sviluppare insieme all'educatore e ai compagni e non può diventare l'allievo o l'alunno del maestro, ma mantenere le sue prerogative identitarie e originali. Riteniamo inoltre – aggiunge - ribadire la necessità di alleggerire gli zaini, permettendo una maggiore libertà del piccolo o del ragazzo nei suoi spostamenti, per ragioni di salute e di sicurezza, come attraversare velocemente una strada e l'alleggerimento del carico dei compiti da svolgere a casa, per offrire al minore una maggiore possibilità di ricerca del dialogo con genitori e compagni, una vita di relazione più proficua, e il tempo necessario per il gioco».

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