L’innovazione nell’organizzazione dei processi produttivi nelle realtà di impresa è certamente un tema di grande attualità in tempi di crisi economica e mercato globale, ma si tratta anche di un elemento fondamentale per il rilancio di Genova e della Liguria flagellate prima dal crollo del ponte Morandi, e poi dalle intemperanze del clima. Questa l’idea di fondo che ha guidato Forma Mentis Srl nell'organizzazione di un evento dedicato proprio alle strategie per rivoluzionare il modo di fare impresa per guadagnare competitività sul mercato.
L’evento dedicato all’innovation management si articola su tre giornate - venerdì 16, giovedì 22 e martedì 27 novembre - e si svolgerà presso la sede di Liguria Digitale in via Mellen 77; ha il compito di illustrare e diffondere la cultura dell’innovazione, accrescere la partecipazione dei singoli alle vicende aziendali, e infine elaborare concreti progetti che le realtà economiche presenti al corso potranno poi sperimentare all’interno delle imprese. Valore aggiunto dell’iniziativa anche l’intento di raccogliere fondi da devolvere agli sfollati del ponte Morandi, con un versamento sul conto corrente messo a disposizione dal Comune di Genova.
Abbiamo deciso di capire meglio cosa si intende quando si parla di innovation management, e per questo abbiamo incontrato Simona Franceschini, amministratore delegato di Forma Mentis, che ci ha descritto l’attività del suo gruppo sul territorio e spiegato l’importanza nodale dell’innovazione nel mercato contemporaneo.
Domani è in programma un’iniziativa che promuove e illustra agli operatori economici un approccio organizzativo volto a un continuo processo di miglioramento dell’offerta aziendale: di cosa stiamo parlando?
Fare innovazione significa utilizzare tutte le competenze che le risorse aziendali già a disposizione per generare qualcosa di nuovo e profittevole. E’ sempre più necessario innovare in una situazione di mercato come quella attuale: le aziende che non riescono a rinnovarsi continuamente e rimangono statiche sono purtroppo destinate a risultati negativi. Innovare non vuol dire fare cose eccezionali, ma semplicemente traguardare un obbiettivo di miglioramento continuo delle proprie attività, senza accontentarsi mai dei risultati raggiunti. Occorre cercare di modificare costantemente la propria offerta per migliorare l’esperienza di coloro che effettivamente fruiscono dei prodotti aziendali.
Cosa vuol dire per un’azienda innovazione? Si tratta di aumentare il tasso di tecnologia da applicare ai processi produttivi o si tratta anche di applicare un nuovo modello organizzativo del business?
L’innovazione non si riduce all’utilizzo corretto della tecnologia; possiamo piuttosto parlare di un cambiamento organizzativo globale del processo produttivo. Per fare innovazione è necessario imparare a lavorare per associazioni di idee: i progetti più innovativi che sono stati messi sul mercato nella storia sono sempre le idee più semplici. Le idee che hanno permesso alle aziende nella storia di ottenere i risultati più profittevoli non sono sempre tecnologicamente avanzate, ma si tratta piuttosto di trovate che offrono risposte immediate ed efficaci a problemi complessi. Esiste la leggenda, a cui molte persone credono, che ci siano individui non creativi, incapaci di rinnovare sé stessi e la propria azienda. In realtà non esistono doti particolari necessarie per innovare, ma è necessario imparare a ragionare in maniera diversa da quanto si sia sempre fatto.
Quali realtà produttive possono maggiormente avvantaggiarsi di un simile approccio all’intrapresa economica?
Qualsiasi realtà ha bisogno di innovare, dal libero professionista, alla multinazionale passando per la micro-impresa. Per fare innovazione serve coinvolgere in questi processi le persone giuste, dotate della necessaria disponibilità, di un buon commitement aziendale e in grado di traguardare obbiettivi eccellenti. Non esistono culture o tipologie di organizzazione più o meno necessitati a intraprendere processi di rinnovamento.
Quale sarà l’offerta dell’iniziativa di domani da un punto di vista tematico?
Non si tratta di un semplice corso teorico sull’innovazione, ma nasce da un’idea progettuale che porto avanti personalmente da molti anni in diverse realtà aziendali con caratteristiche diverse, che ha l’obbiettivo di far sperimentare ai partecipanti le principali tecniche utilizzate dalle aziende per generare nuove idee, applicate alla loro realtà. L’obbiettivo finale infatti sarà di realizzare un piccolo project work, che poi potrà essere portato in azienda, e nelle realtà più complesse valutato dalla direzione, al fine di sperimentarne la concreta fattibilità.
Chi fosse interessato a sapere di più su questo approccio metodologico all’organizzazione aziendale dove può reperire spunti utili ad abbracciare questo genere di mentalità?
Per avere informazioni dirette può scrivere alla nostra segreteria-corsi che sarà lieta di fornire tutte le delucidazioni in merito attraverso la casella di posta elettronica didattica@formamentis.net, e poi può dare un’occhiata al programma di questo incontro e di altri simili sul nostro sito internet Formamentis.net.
L’evento di domani testimonia anche l’impegno civico di Forma Mentis, visto che, oltre a diffondere una nuova cultura degli affari, l’appuntamento ha anche un risvolto solidale. Di cosa si tratta?
Abbiamo deciso di destinare il 10% delle quote di iscrizione ad un versamento sul conto corrente che il Comune di Genova ha aperto a beneficio delle famiglie sfollate a seguito del crollo del ponte Morandi. Siccome siamo un’azienda genovese che lavora e vive sul territorio vorremmo avviare ulteriori iniziative per poter dare un contributo anche a tutte le attività economiche della zona Rivarolo e Valpolcevera. Ad oggi non hanno ancora potuto usufruire di un vero e proprio aiuto da parte delle istituzioni, e quindi l’idea per i prossimi mesi è proprio quella di trovare un modo per cui questi operatori, parliamo di migliaia di famiglie coinvolte, possano avere una maggiore attenzione e una qualche forma di aiuto a livello istituzionale anche attraverso la solidarietà di altre aziende private.
Forse proprio in un momento di estrema crisi del tessuto economico genovese come quello attuale la capacità di rinnovare i propri modelli organizzativi aziendali potrebbe essere un mattone importante nel processo di ricostruzione della città, è così?
E’ proprio così. Da circa 20 anni porto avanti progetti di innovazione organizzativa per le imprese, perché le aziende liguri hanno estremo bisogno di innovazione. Viviamo in un territorio che può offrire molte opportunità, ma un po' per cultura e un po' per tradizione il tessuto imprenditoriale fino ad oggi, secondo me, non le ha ancora colte in maniera concreta.
Qual è dal suo punto di vista il motivo fondamentale per cui in regione si stenta a svecchiare aziende e processi produttivi?
C’è un elemento culturale molto forte. Sono ligure e conosco benissimo la nostra mentalità: esiste una vera e propria ritrosia a rischiare qualcosa in più per migliorare il proprio business, esiste una certa cultura dell’accontentarsi e rimanere statici. Spesso l’impresa ligure, quando ha messo in piedi il proprio giro di affari, tende a rimanere ferma, e questo non va bene. C’è infine, in particolare rispetto ad altre città italiane, un management molto avanti con gli anni, ci sarebbe bisogno di innovare anche da questo punto di vista e dare più spazio alle nuove generazioni. Forma Mentis, e il gruppo Stellarium che la controlla, è nata proprio con questo presupposto, e l’obbiettivo di generare nuove occasioni economiche per le aziende.