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Cultura | 15 novembre 2018, 11:40

La Post-Avanguardia di Amighetto Amighetti in mostra alla Ligustica

La mostra è inaugurata sabato 17 novembre nella Sala Conferenze Gianfranco Bruno - ore 17- con una presentazione del curatore Franco Dioli e del conservatore del museo, Giulio Sommariva

La Post-Avanguardia di Amighetto Amighetti in mostra alla Ligustica

La mostra Amighetto Amighetti (1902 – 1930) allestita nelle sale del Museo dell’Accademia Ligustica di Genova, dopo l’edizione accolta nelle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano (luogo d’origine della famiglia del pittore), nasce da un progetto ideato e tenacemente perseguito da Franco Dioli, con la collaborazione di William D’Arrigo per la curatela del catalogo che si avvale anche di contributi di Leo Lecci, Giulio Sommariva, Elena Pontiggia, Paola Valenti.

La mostra viene inaugurata sabato 17 novembre nella Sala Conferenze Gianfranco Bruno - ore 17- con una presentazione del curatore Franco Dioli e del conservatore del museo, Giulio Sommariva. Artista ligure-toscano (era nato a Genova da genitori originari di Carmignano, un borgo in provincia di Prato), Amighetti ricevette la sua prima formazione nelle aule della Ligustica prima di un ritorno alle radici familiari, in Toscana, ove ebbe modo di conoscere Ardengo Soffici e di frequentare lo studio di Felice Carena. Poi i contatti con i maggiori esponenti del Novecento italiano che gli avrebbero consentito di superare la sua formazione accademica per iniziare una purtroppo breve, ma tuttavia intensa, stagione artistica e diventare un fugace protagonista del rinnovamento della pittura ligure del Novecento.

La produzione dell’artista si pone infatti nel clima della post-avanguardia degli anni Venti, quello di Novecento italiano che fece seguito alla Grande Guerra; un clima di “ritorno all’ordine”, di cui il movimento posto in essere da Margherita Sarfatti fu soltanto l’apice o, se vogliamo, l’azione di assestamento. Pur non avendo esposto nelle mostre organizzate dalla critica milanese, Amighetto Amighetti ebbe comunque indiscutibilmente (come altri autori liguri) affinità e punti di contatto con i maggiori esponenti del movimento Novecento Italiano. Una novità, rispetto all’edizione toscana, è la presenza di quattro opere provenienti dalle collezioni civiche della Galleria d’Arte Moderna di Genova, tra le quali si segnala la splendida Vita estiva, acquistata dal Comune di Genova alla Promotrice del 1926.

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