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Attualità | 29 ottobre 2018, 16:19

La denuncia del Siap: "Più arresti per spaccio, ma il problema dilaga"

Per il sindacalista traverso a Genova c'è carenza di personale di polizia ce indaga sui fenomeni legati allo spaccio di droga: "Un anno fa il Siap denunciava carenza di personale, nel frattempo i numeri della 'Narcotici' non sono migliorati"

La denuncia del Siap: "Più arresti per spaccio, ma il problema dilaga"

A Genova il fenomeno dello spaccio continua ad aumentare nonostante un sensibile aumento di arresti legati al fenomeno, questa la denuncia del sindacato di polizia Siap.

"Nei primi sette mesi del 2018 sono stati arrestati 137 pusher contro i 79 del 2017. Quasi l’80% in più - sottolinea il sindacalista Siap Roberto Traverso - Inoltre nello stesso periodo si è ampliato anche il numero delle persone segnalate alla Prefettura come consumatori di droga. Si è passati dai 181 del 2017 ai 269 di quest’anno. (incremento di circa il 50%). I poliziotti genovesi affrontano questa piaga ogni giorno senza risparmiarsi  ma la carenza di risorse ha determinato scelte organizzative da parte della Questura e dalla Squadra Mobile a nostro parere sbagliate che incidono solo parzialmente su un fenomeno che che continua ad alimentarsi".

Per Traverso esiste una certa tendenza a pubblicizzare molto sule pagine dei giornali gli arresti compiuti, ma il lavoro delle forze dell'ordine arrancherebbe quando si tratta di disarticolare alla fonte i giri di droga che stanno alle spalle dei semplici spacciatori di strada_ "Abbiamo chiesto al questore di Genova di continuare a rafforzare chi indaga sul territorio beneficiando  costantemente di chi il territorio lo controlla (volanti) magari arrestando anche chi spaccia. Invece sul fronte dell’attività investigativa abbiamo sotto gli occhi un quadro che ci preoccupa perché si preferisce concentrare le poche risorse a disposizione sull’attività 'mordi e fuggi - spiega ancora Traverso - Arrestare i 'pusher' è importante ma non può essere l’obiettivo prioritario  delle squadre di polizia giudiziaria dei Commissariati e della Squadra Mobile. Il piccolo spaccio va certamente colpito per arginare il fenomeno e per dare più sicurezza percepita ai cittadini ma nello stesso tempo non è possibile prediligere tale attività solo per annunciare nelle conferenze stampe che gli arresti aumentano e innescare una corsa al risultato con chi opera quotidianamente sul territorio come le 'squadre volanti' della questura e commissariati che nell’ambito della propria attività contribuiscono alla battaglia al piccolo spaccio a Genova".

"Da tempo riteniamo giusto rivendicare un immagine della Squadra Mobile Genovese che vada a valorizzare le Squadre Investigative che si occupano specificatamente di reati che se non arginati diventano elemento di disagio sociale - conclude Traverso - Riteniamo che una Squadra Mobile che continua ad andare avanti con una Sezione Narcotici in gravi condizioni d’organico dimostri perfettamente la linea politico sindacale che sosteniamo con forza da anni. Ricordiamo che i primi di agosto 2017 il Siap chiese al dirigente della Squadra Mobile di rafforzare la Narcotici che si trovava a 10 unità: ebbene è passato un anno e la squadra è ancora nelle stesse identiche condizioni. Questo non significa che a Genova  non ci sono altri poliziotti che combattono il fenomeno “droga” ma significa che si preferisce mettere il poco personale disponibile nelle squadre che prendono chi la droga la piazza sul territorio e non i delinquenti che sfruttano altri delinquenti che però in galera ci stanno ben poco, perché sanno gestire l’impunità degli spazi normativi  lasciati dal cosiddetto “minimo quantitativo detenuto”.Anche lo strumento dell’”arresto ritardato concordato” con la Procura della Repubblica risulta poco efficace perché il riciclo di manovalanza non consente di reprimere con fermezza il propagarsi del fenomeno. Occorre un segnale organizzativo chiaro che vada a interessare non solo la 'narcotici' ma anche chi si occupa di sfruttamento della prostituzione, violenze minorili o di genere, stalking. Concludendo auspichiamo un rapido investimento di risorse su chi deve investigare in profondità sul territorio e che contestualmente sull’argomento “piccolo spaccio” sul territorio se ne possa occupare anche chi controlla il territorio magari anche attraverso l’istituzione di specifiche squadre ad hoc".

Redazione

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