Sanità - 26 ottobre 2018, 15:11

All'ICLAS di Rapallo il percorso di cura della grave obesità

L’Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità prende in carico i pazienti obesi con un approccio multidisciplinare personalizzato, dall’educazione alimentare fino alla chirurgia bariatrica

Curare l’obesità con diagnosi, terapie e programmi di educazione completi, riunendo più specialisti all’interno di un unico Centro. Questo è l’obiettivo del Percorso per la cura della grave obesità di ICLAS, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research, che propone un approccio sinergico e multidisciplinare per il trattamento di una patologia diffusa e complessa. 

L’obesità è una patologia cronica. Il paziente che ne è affetto ha delle esigenze terapeutiche complesse: più specialisti devono lavorare in sinergia per diagnosi, terapie e piani di educazione alimentare. Definiamo per ogni paziente un piano terapeutico personalizzato ovvero un piano medico, non solo chirurgico, modulato sulle specifiche necessità. Il piano prevede l’apporto di tutti gli specialisti coinvolti nel Percorso, oltre che un importante lavoro sia di educazione alimentare che di supporto psicologico che caratterizza l’approccio del nostro Centro”, commenta la dottoressa Paola Genovese, responsabile del Percorso presso ICLAS

Il paziente idoneo ad accedere al Percorso di ICLAS è un soggetto che ha già intrapreso diversi tentativi di dieta, ma senza risultati. Salvo eccezioni, il paziente ha tra i 18 e i 65 anni, una obesità di II o III livello e, di conseguenza, una maggiore predisposizione a sviluppare patologie come diabete, colesterolo alto, reflusso gastroesofageo, calcoli della colecisti, ictus e infarto. Per il via libera alla sala operatoria e all’intervento di chirurgia bariatrica, che è uno step finale, tutti i medici e gli specialisti devono aver dato parere positivo all’operazione, valutandone i rischi. Inoltre, molto importante, il paziente deve essere informato e motivato

Il Percorso per la cura della grave obesità prevede un ricovero in Medicina Interna di cinque giorni durante il quale il paziente è sottoposto a una serie di esami e valutazioni utili a definire un piano terapeutico ad hoc. Il primo step è con il dietologo che ha il compito di ricostruire la storia clinica del paziente per valutarne le necessità terapeutiche. Il dietista, poi, indaga le abitudini alimentari del paziente e propone il “vassoio didattico”, un’educazione alimentare che ricostruisce un pasto completo e bilanciato. Lo psicologo assiste il paziente durante tutto il Percorso, per comprenderne gli ambiti di vita, le relazioni interpersonali, i rapporti amicali o di coppia per favorire la comprensione del suo vissuto rispetto al cibo e all’alimentazione più in generale. 

In caso di necessità si può richiedere inoltre l’intervento di altri specialisti come il cardiologo, il nefrologo e il neurologo.

Infine, se anche le terapie, la dieta e l’esercizio fisico falliscono, e i benefici derivanti da un intervento superano i rischi, allora si può intervenire con la chirurgia bariatrica. È necessario comunque il parere positivo di tutti gli specialisti coinvolti nel percorso, oltre che dell’anestesista e, se necessario, dello psichiatra e del neurologo. Gli interventi bariatrici eseguibili a ICLAS sono: il bendaggio gastrico, procedura reversibile suggerita per i pazienti giovani, che riduce la capacità dello stomaco e implica un regime alimentare controllato; la Sleeve Gastrectomy è invece un intervento irreversibile e consiste nella resezione di una parte dello stomaco. 

Un buon risultato del Percorso dipende dalla condizione del paziente e dalla sua motivazione. È importante che si continui anche oltre l’anno canonico di follow-up per valutare i successi, con contatti periodici con dietologo, dietista, psicologo e chirurgo nel caso di intervento bariatrico. Dei fattori in cui crediamo molto sono l’educazione alimentare e il supporto psicologico, chiavi del successo del nostro Percorso: curare l’obesità vuol dire migliorare la qualità della vita del paziente, anche sul piano relazionale e sociale”, conclude la dottoressa Genovese.

Redazione