Fate attenzione a come pronunciate il suo nome, tra la “s” e la “z”, infatti, c’è una “e” invisibile, ma importantissima.
Grosz, nome d’arte di Mattia Lopez, ha 24 anni e nella vita studia, vive e lavora nel vastissimo mondo dell’arte. La passione per il disegno fin da bambino lo ha portato ad approfondire questo ambito attraverso il liceo artistico e l’Accademia di belle arti per poi, diversi anni fa, scoprirsi cantante, per la precisione rapper. “Iniziò tutto nel 2008, prima le melodie e poi i testi - racconta - La musica per me è sempre stata importante, ricordo che anche quando ero più piccolo indossavo sempre le cuffie e i miei amici pensavano li escludessi dalla mia vita. Oggi sono convinto che essa sia in grado di salvare le persone - continua - perché è universale, arriva dritta a tutti”.
Bastano pochi minuti per capire che non si tratta del “solito Rap” commerciale, spesso basato su luoghi comuni, argomenti discutibili e dominato da una pochezza senza precedenti. Nei suoi brani c’è qualcosa di molto meglio. La scelta. Una scelta ragionata, cosciente e sempre fatta ad hoc in base alle diverse situazioni. Che sia relativa alle parole di un testo, le note di una melodia, o l’inquadratura giusta all’interno dei videoclip - dei quali è sempre regista - si tratta sempre di una scelta pensata. Nulla è lasciato al caso.
Se dovessi utilizzare un termine banale, direi “preciso”. Ma oltre la precisione c’è di più e lo si evince solo ascoltando la sua musica.
Un ragazzo dallo spirito creativo, sempre pronto a mettersi in gioco e che ama distinguersi senza presunzione. Un artista concentrato, gli occhi e il cuore puntati su se stesso piuttosto che sugli altri, determinato e motivato. Basta osservare con quale entusiasmo parla della sua passione per capire subito quanto impegno metta all’interno di essa.
Il 2017 è stato l’anno di Kanji, un disco contenente 15 personalissime tracce che lasciano passeggiare liberamente l’ascoltatore tra i pensieri di un giovane artista. Un artista capace di esprimersi a 360 gradi senza mai svelare del tutto la propria verità. Grosz racconta delle storie - le sue - usando le parole giuste ma lasciando sempre un velo di mistero tra il senso crudo e la realtà dei fatti. D’altronde, certe cose non si dicono, vanno capite.
Il 2018 ha visto poi l’uscita di altri due lavori, perfettamente confezionati e caratterizzati da un sound nuovo e vibrante, che in molti hanno paragonato a quello di Mecna. Sono Senza Ali e Shanghai, due brani intensi e curati nei dettagli che fanno ben sperare sul futuro dell’artista che a questo proposito non vuole anticipare troppo. “Sto lavorando a nuovi progetti - spiega - ma non voglio svelare troppo. So solo che, quando arriverà il momento, sarà una grande festa di Capodanno”.
Ma se sul proprio futuro non vuole esporsi troppo, su Genova e i suoi talenti, invece, c’è sempre qualcosa da dire. “Genova è come un campo ricco di semi pronti a sbocciare. Ci sono moltissimi artisti, tra musicisti e band, che però devono ancora emergere. Quando la città scoprirà il potenziale di queste persone sarà una grande fortuna per tutti”.
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