"Sulla cassa in deroga non ci siamo", questo l'allarme del capogruppo in Regione per il Partito Democratico Giovanni Lunardon.
"A parte le avventurose dichiarazioni del viceministro Rixi secondo cui, a metà del prossimo anno, Genova tornerà alla normalità viabilistica, parole che superano persino l’ottimismo del commissario Bucci che sostiene che il nuovo ponte, che è la condizione minima per tornare a una situazione accettabile, non verrà realizzato prima della fine del prossimo anno, crediamo che un solo anno di cassa integrazione in deroga non sia affatto sufficiente per aiutare la tantissime imprese messe in ginocchio dal crollo del Ponte Morandi. Sono necessari almeno due anni - scrive Lynardon - Ma non è tutto. Anche il bacino preso in esame da Rixi è totalmente sbagliato. Le stime portate in audizione dalle associazioni e dai sindacati genovesi parlano almeno di 2500 persone coinvolte, a fronte di 1800 imprese danneggiate. Se il viceministro intende concentrare la cassa in deroga esclusivamente nella zona rossa e nella zona arancione allora aiuterà meno della metà della platea interessata (all’incirca mille persone). L’emergenza non riguarda solo il perimetro delle zone rossa e arancione, ma l’intera città di Genova e, in molti casi, supera persino i suoi confini".
"Quindi, in sintesi, la cassa in deroga deve riguardare almeno 2500 persone e deve poter coprire come minimo due anni - si legge in conclusione della nota stampa del Partito Democratico - O si capisce questo o si mettono in campo semplici palliativi con cui è impossibile affrontare efficacemente l’emergenza Genova".