Il Comitato Promotore Ricostruzione Ponte Morandi (un gruppo di cittadini con 38.823 sostenitori) ha lanciato una petizione (la seconda dopo quella per la nomina del commissario straordinario, con 35 mila sostenitori) chiedendo la modifica del Decreto Genova. E su change.org, infatti, sono più di 3700 le persone che hanno firmato “5 PUNTI PER UN PONTE e una sola priorità: Genova!”.
Quello che chiede il Comitato è, in cinque punti:
1. LA MODIFICA DEL DECRETO anche con un autonomo e separato provvedimento legislativo, limitato al tema della ricostruzione immediata del nuovo ponte.
2. EFFICACIA E IMMEDIATEZZA e quindi chiediamo che Società Autostrade, in quanto concessionaria, sia l’appaltante dei lavori, obbligato all’immediato ripristino dell’opera, totalmente e direttamente a proprie spese e senza nessun onere o anticipazione a carico del bilancio statale, come la Legge prevede al di là di ogni dubbio.
3. CONTROLLI SCRUPOLOSI E VIGILANZA SEVERA e quindi chiediamo che Società Autostrade, quale stazione appaltante, sia sottoposta al controllo preventivo e alla vigilanza del Commissario designato dal Governo in ogni fase dei lavori, ivi compresa la selezione delle imprese che dovranno realizzarli.
4. LA RIDUZIONE DELLA PERCENTUALE DI LAVORI AFFIDATI A IMPRESE CONTROLLATE DALLA CONCESSIONARIA, ovvero considerato che la concessione in essere prevede che il 40% dei lavori sia affidato a imprese controllate dalla concessionaria medesima,si richiede che tale soglia sia abbassata ad una misura non superiore al 20%.
5. UNA SELEZIONE DELLE IMPRESE SCRUPOLOSA, MA VELOCE, quindi chiediamo che, stante la indiscutibile natura emergenziale dell’evento, la selezione delle imprese che realizzeranno i lavori sia fatta in deroga alla normativa ordinaria nazionale ed europea in materia di appalti.
E ancora si legge nell’appello su change.org: “Questo perché è essenziale accertare le responsabilità e sanzionare i colpevoli di quanto accaduto, ma è al contempo una necessità imprescindibile procedere in modo celere, professionale e risoluto, per la città e per i genovesi. Per Società Autostrade questa sarà la “punzione” immediata, a tutela dell’interesse pubblico: mantenerla nel ruolo di concessionaria e stazione appaltante fino al momento in cui le inchieste in corso accerteranno le responsabilità sull’evento che nessuna Legge può legittimamente affermare in via preventiva.
Ciò eviterà ogni possibile ritardo causato da azioni legali e soprattutto eviterà l’anticipazione dei costi di ricostruzione e risarcimento da parte dello Stato. Genova non chiede sussidi e pretende di non essere ostacolata nel percorso di crescita già avviato e solo momentaneamente interrotto. Entro il 2019 il nuovo ponte può e deve essere ricostruito, onorando la memoria delle vittime, quale simbolo condiviso della volontà e dell’orgoglio dell’intera comunità nazionale”.
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