Giornata a Genova per Pierluigi Bersani, che, insieme a una delegazione di Liberi e Uguali, ha incontrato cittadini colpiti dal crollo del ponte Morandi, istituzioni locali e realtà del territorio.
La visita è partita dagli sfollati a Certosa, poi l'incontro con esponenti sindacali, di Confindustria e delle associazioni di categoria, e infine il vertice con il governatore Giovanni Toti: Bersani ha potuto vedere e ascoltare in prima persone le istanze del territorio e i bisogni del tessuto economico, in un confronto volto a contribuire al miglioramento del Decreto Genova.
Bersani sull'emergenza Morandi: "Ci metteremo al servizio delle esigenze di Genova"
A fine giornata Bersani ha incontrato i giornalisti per una breve conferenza stampa in via dei Giustiniani; dopo aver riferito dei suoi incontri genovesi ai cronisti, il deputato di Liberi e Uguali ha subito affrontato la questione del Decreto Genova.
Bersani: "Molto da cambiare nel decreto, per prima cosa gli sfollati"
Per Bersani è necessario aumentare le risorse e "sbrogliare la matassa dell'articolo 1", che rischierebbe di allungare di non poco i tempi della ricostruzione: "Dal punto di vista dei soldi si è a posto solo sul tema dei trasporti - spiega - per tutto il resto non ci siamo. Questo decreto dovrebbe avere dei titoli, sfollati, imprese, servizi, i sottotitoli e gli strumenti che devono gestire i meccanismi di erogazione, senza tanti rimandi ad ulteriori testi di legge. E poi andrebbero aggiunte altre cose, come la cassa integrazione in deroga, che manca e che deve essere con effetti retroattivi. E poi c'è questo articolo 1 che è un problema. Si inibisce Autostrade a pagare ma si tolgono tutte le concessioni del mondo a quasi tutte le aziende italiane che hanno know how". Per Bersani soprattutto occorre che il governo capisca che non si tratta di un'emergenza Genova, ma un disastro nazionale, visto che dal ponte Morandi "passava metà ella logistica nazionale". "Questo decreto non andrebbe emendato - conclude Bersani - ma riscritto da capo".
Bersani poi dedica un passaggio anche alla nomina del sindaco Bucci come commissario alla ricostruzione, e il tema delle tensioni politiche attorno all'identificazione del soggetto che dovrà effettivamente realizzare l'opera: "È giusto fare commissario il sindaco, lo avrei fatto mezz'ora dopo - dichiara - basta sapere che non saranno rose e fiori. Una cosa è fare il sindaco, l'altra il commissario". "Il problema - aggiunge Bersani - è che uno si crede servo dei cittadini e poi si trova ad essere servo di tutt'altro. Anche perché il governo è il capo del commissario, ha la maggioranza in Parlamento e quindi - in merito ad Autostrade - può decidere quello che vuole. Credo che tutti debbano dare una mano per governare questa questa situazione. Si dovrebbe dire al concessionario adesso paghi e ti metti a servizio, poi semmai si prendono i provvedimenti".
Bersani: "Giusti fare commissario il sindaco, basta sapere che non saranno rose e fiori"
"Diranno che non ci sono i soldi - conclude Bersani - ma ho visto con questo Def che i soldi riescono a inventarseli, ne hanno stampato mica pochi. Ci hanno messo una fantasia creativa micidiale, ne prendano un pezzettino e lo mettano su Genova".