Attualità - 04 ottobre 2018, 09:37

Crollo ponte, Donatella Mascia: "Poco tempo per analisi delle prove non ripetibili"

I periti e i consulenti delle parti nominati per il crollo di ponte Morandi, hanno 60 giorni di tempo per fare una perizia sullo stato attuale del ponte. Intanto la Guardia di Finanza pubblica un nuovo video del crollo (VIDEO)

Mentre la Guardia di Finanza rende noto un altro video del crollo di ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto, i periti e i consulenti tecnici delle parti, nell’ambito dell’incidente probatorio, hanno sessanta giorni di tempo per la salvaguardia delle prove, che poi andranno spostate e distrutte per la liberazione dell’area.

Si tratta di fare una sorta di “fotografia” dello stato dei luoghi, tenendo presente che hanno subito delle modifiche durante i primi soccorsi, per recuperare le vittime e rimuovere parte delle macerie.

I consulenti nominati dal Giudice sono gli ingegneri Gianpaolo Rosati, Massimo Losa e Bernhard Elsener.

Tra i consulenti di Roberto Ferrazza, Provveditore alle Opere Pubbliche, invece, l’ingegner Donatella Mascia, che spiega: “Da adesso bisogna non alterare le prove rimuovendo parti che poi andranno rimosse. C’è per esempio un grosso dado di cemento che fa parte delle strutture dell’impalcato dentro l’alveo, che va rimosso per primo, perché in caso di eventi alluvionali significativi potrebbe impedire il regolare fluire del torrente. Poi bisogna liberare una zona ferroviaria”.

Quello che ha richiesto il giudice, infatti, è di effettuare in due mesi una perizia con la descrizione dello stato attuale dei luoghi e delle cose, accertando lo stato di conservazione e di manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti del viadotto precipitate e non ancora rimosse, individuando e concordando con le autorità amministrative competenti le modalità della rimozione dei detriti per il campionamento e la conservazione delle parti utili come prova, e individuando, sempre con le autorità amministrative competenti, le modalità delle demolizioni,  per campionare e conservare le parti potenzialmente utili ai fini della prova.

“Si tratta, quindi, di un rilievo dello stato di tutto il ponte, sia della parte crollata che di quella rimasta in piedi – specifica Mascia – per poter fare tutte le valutazioni utili per la fase processuale successiva”.

E per quanto riguarda la demolizione del ponte? “Finché non si terminano queste attività le demolizioni sono poche e concordate. Le attività non ripetibili devono essere fatte ora, come, appunto, rimozioni e demolizioni, e quindi bisogna identificare tutte quelle situazioni che con gli interventi saranno alterate. Per fare tutto questo due mesi sono veramente pochi”. 

 

Medea Garrone