Attualità - 02 ottobre 2018, 15:12

Il caso del progetto Sprar di Cogoleto in un convegno dedicato l tema dell'accoglienza

“Stranieri: percezione dell’altro e diritti inviolabili” è il titolo di una due giorni di confronti e discussione a cui hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Mauro Cavelli, la vice Marina Costa, il direttore ANCI Liguria Pierluigi Vinai, il tutor territoriale Servizio Centrale SprarGiuseppe Traina e il direttore di Migrantes Genova don Giacomo Martino

Un esempio positivo di integrazione è quello di Cogoleto, nella Città Metropolitana di Genova, dove oggi risiedono 30 migranti, inseriti nel progetto Sprar- Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Se ne è parlato di recente proprio nel Comune costiero, durante una due giorni dal titolo “Stranieri: percezione dell’altro e diritti inviolabili”, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Mauro Cavelli, la vice Marina Costa, il direttore Anci Liguria Pierluigi Vinai, il tutor territoriale Servizio Centrale Sprar Giuseppe Traina e il direttore di Migrantes Genova don Giacomo Martino.

Il progetto Sprar di Cogoleto, presentato a settembre dell’anno scorso e partito a gennaio, coinvolge in tutto 30 persone, 20 ereditate dal precedente Cas (Centro di accoglienza straordinario) della Prefettura dislocato sul territorio, che il Comune ha chiesto di trasformare in Sprar + 10 nuovi ingressi, tutti già beneficiari di forme di protezione.

"Il decreto Immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dal sistema Sprar – afferma il direttore ANCI Liguria Pierluigi Vinai – Un’autentica rivoluzione rispetto alle regole fin qui adottate; dovremmo vedere come si svilupperà nell’iter parlamentare perché certamente potranno essere apportate modifiche, per le quali ANCI ha già predisposto degli emendamenti. Certo è che con questo decreto cambia in assoluto l’impostazione verso le politiche migratorie con un rafforzamento significativo dei rimpatri e un giro di vite nei confronti dei reati".

"Abbiamo centrato l’obiettivo chiedendo la trasformazione da Cas a Sprar – afferma il vicesindaco di Cogoleto Marina Costa – molti migranti, 17, oggi lavorano in aziende agricole, stabilimenti balneari, altri sono cuochi, sarti, giardinieri; tutti, oltre ai classici corsi di italiano, svolgono attività di volontariato presso il comune, nei lavori cosiddetti socialmente utili, e presso le associazioni del territorio, dove hanno di continuo modo di socializzare con la comunità locale. Cosa che hanno fatto, e lo dimostra il fatto che nessuno di loro se ne è andato".

L’anno scorso sono stati 13 i progetti Sprar approvati in Liguria dal Ministero dell’Interno: quello di Cogoleto è risultato primo tra i liguri nella graduatoria, 19esimo in Italia.

"Il progetto Sprar di Cogoleto è stato vincente perché ha portato a una reale integrazione – commenta Marina Costa – ci sono a disposizione risorse per rendere queste persone autonome a tutti gli effetti, e noi contiamo per fine anno di rendere tutti i migranti indipendenti; se tutti i Comuni facessero la loro parte nell’accoglienza diffusa non ci sarebbero problemi ma solo grandi opportunità per tutti", conclude Costa.

Monsignor Giacomo Martino, raccontando la sua esperienza di cappellano di bordo e di penitenziario, ed ora di supervisore del centro di accoglienza di Coronata, ha puntato sulla necessità del cambiamento: "Ogni giorno devo cambiare me stesso ed i miei convincimenti se voglio essere soggetto accogliente, altrimenti la mia natura scontrosa prende il sopravvento verso l’altro e fa sì che non vi sia accoglienza ma, appunto, scontro o indifferenza". 

RG


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