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Eventi | 26 settembre 2018, 17:46

Voltri, incontro in Biblioteca sulla violenza di genere

Domani alle 18, spazio a ‘Non chiamatelo amore’, iniziativa di Left Lab e Rete di donne per la politica, allo scopo di sensibilizzare le persone su temi delicati e sempre attuali. Coordina Filippo Bruzzone, consigliere municipale con delega alle Politiche Giovanili

Voltri, incontro in Biblioteca sulla violenza di genere

Di violenza di genere, discriminazioni, umiliazioni, sessismo non si parla mai abbastanza. Gli attacchi verso le donne vanno condannati sempre, senza se e senza ma. E affrontare questi argomenti, rompere il muro delle convenzioni e dei silenzi, è sempre importante.

Lo si fa anche domani (27 Settembre), a Voltri, presso la Biblioteca Benzi (dedicata a quella donna, Rosanna, che per anni fu ‘prigioniera’ di un polmone d’acciaio, ma che volle restare attaccata alla sua vita sino all’ultimo giorno): alle ore 18, in piazza Odicini, spazio all’incontro ‘Non chiamatelo amore’, organizzato da Left Lab e Rete di Donne per la politica e promosso dal Municipio VII Ponente, in particolare da Filippo Bruzzone, consigliere municipale di A Sinistra e delegato alle Politiche Giovanili.

L’appuntamento servirà come tentativo per “sfatare gli stereotipi di genere - come si legge nella presentazione - Parleremo del lavoro che fanno i Centri Antiviolenza e risponderemo a tutte le domande che ci verranno poste dal pubblico. L'incontro è adatto a tutte le famiglie che si vogliono bene ed è aperto a tutte e tutti, per educare insieme le prossime generazioni di bambine ribelli e bambini gentili”.

Filippo Bruzzone, che curerà l’introduzione, spiega: “Come consigliere delegato alle Politiche Giovanili del Municipio VII, sono contento che alcuni temi ‘escano dal centro città’. Troppo spesso il Ponente non ha occasione di confrontarsi sulle questioni sociali più delicate e ancor più spesso non vengono coinvolti i giovani e le giovani genovesi. Questo evento, insieme a quello di autofinanziamento al ‘pride’, costituiscono quindi il tentativo di abbracciare tutta la città in un confronto con la cittadinanza. Il tema oggetto dell’evento non è solo una ‘conferenza’ sulla violenza di genere, ma la volontà di dare istruzioni pratiche a cosa sia la violenza, come si concretizza, come si insinua nella società, e come si possa declinare in tutte le forme. Capire insomma che la violenza non è solo qualcosa di esteriore, ma qualcosa che va combattuto nell’intimo”.

"Uno degli obiettivi - afferma Alice Merlo, presidente di Left Lab Genova - è far capire alle persone, specialmente alle donne, che non sono sole nel momento in cui si trovano a dover affrontare una relazione disfunzionale; l'altro è provare a riflettere insieme sugli stereotipi legati a quello che una ‘vera donna’ o un ‘vero uomo’ dovrebbero essere, perché le gabbie non fanno bene a nessuno”.

“È necessario che sia gli uomini che le donne affrontino il tema della parità di genere - aggiunge Susanna Guarnaschelli, referente di Left Lab Genova - perché ognuno di noi dovrebbe prendersi la responsabilità di porre fine agli stereotipi e al sessismo”.

Left Lab Genova nasce a fine marzo 2015, in concomitanza con le elezioni regionali liguri, per rispondere alla disaffezione giovanile nei confronti della politica. Questi giovani genovesi si sono chiesti come mai i loro coetanei preferissero fare volontariato invece di provare a cambiare le cose alla fonte. Organizzano anche laboratori di educazione all’affettività, finalizzati a superare i pregiudizi sulle donne e i ruoli stereotipati assegnati a entrambi i sessi, ma soprattutto a incentivare il reciproco rispetto e il diritto all'integrità personale.

Rete di Donne per la Politica, invece, è costituita da sette associazioni (Archinaute, Generazioni Di Donne, Laboratorio Politico Di Donne, Rivista Marea, Società Italiana Delle Letterate, Udi 25 Novembre 2008, Udi Archivio Margherita Ferro) che hanno sede a Genova e che, in via di Mascherona, hanno costruito un luogo politico comune. Il contrasto agli stereotipi di genere, alla violenza multiforme verso le donne, il superamento delle discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale, il superamento del gap di presenza del genere femminile nei luoghi decisionali, sono le finalità che uniscono le varie realtà e attraverso le quali s’intende promuovere pratiche e cultura delle donne. Fra le intenzioni costitutive rientrano inoltre il dialogo e il confronto con le istituzioni per contribuire e concordare politiche di genere.

Alberto Bruzzone

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