Politica - 26 settembre 2018, 09:20

Decreto Genova, Pizzarotti: "Questione di intransigenza politica e di sfruttare una vicenda a scopi politici"

Il sindaco di Parma, la scorsa domenica ha presentato a Genova il nuovo partito da lui fondato, Italia in Comune. E ha commentato il Decreto Genova e la gestione della tragedia di ponte Morandi

Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, la scorsa domenica ha presentato a Genova e Imperia, il nuovo partito da lui fondato, Italia in Comune.

E così ha commentato il Decreto Genova, fermo alla Ragioneria di Stato: “Penso sia una questione di intransigenza politica e di sfruttare una vicenda a scopi politici. È evidente che da subito, prima ancora di capire qualsiasi cosa, e ancora dovendo gestire l’emergenza, si è subito parlato solo della concessione di Autostrade. Al di là delle responsabilità dirette che ha o non ha la società, io sono abituato che prima si affrontano i problemi, e solo dopo si affrontano i temi burocratico-amministrativi. Ma intanto ci si tira su le maniche per risolvere il singolo problema. In questo caso c’è stata soprattutto una campagna mediatica. Si pensi al tema del commissario. Il decreto su questo si è arenato perché di fatto, Toti che secondo me, insieme a Bucci stavano gestendo sul campo la situazione in maniera pratica, - a proposito di territorialità -, avendo fatto la conferenza stampa insieme ad Autostrade, per intransigenza o talebanesimo del M5S, è stato visto come amico delle Autostrade, e quindi è stato estromesso dal ruolo di commissario. Una logica da fazioni, non da chi deve amministrare una nazione. Dall’altro lato abbiamo un movimento che adesso prova a difendere l’assurdo progetto portato avanti da Grillo, con Toninelli che dice ‘facciamo i ponti dove si balla’, e tira fuori un ponte di Istanbul che attraversa una cosa minuscola. Qui sotto hai la ferrovia, il fiume, l’Ansaldo. Un contesto completamente diverso e completamente scollegato dalla realtà”.

E sulla gestione della situazione emergenziale in cui versa la città, afferma: “Dicono che entro un anno il ponte sarà pronto. Io domenica ho portato un esempio che si è verificato da noi di un ponte ciclopedonale crollato durante l’alluvione del 2014, un ponte che attraversa solamente un torrente e che non è quindi minimante paragonabile al ponte Morandi. I lavori sono stati gestiti dal Provveditorato Opere Pubbliche e con tutta la burocrazia, terminerà l’anno prossimo, perché abbiamo messo la prima pietra adesso e, essendo così corto si fa in un anno. Per il Morandi sicuramente l’attenzione mediatica e le norme che saranno ad hoc, sbloccheranno l’iter, ma che nessuno mi dica che tra un anno hanno finito tutto. Questa faccenda va affrontata in modo realistico, credibile e serio. Quello che non vedo da questo punto di vista dal governo”.

rg


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