Nei soli mesi di luglio e agosto sono stati scoperti in provincia di Genova ben 85 lavoratori in nero, di cui 6 clandestini privi di ogni tutela, su oltre 250 controlli effettuati dall'Ispettorato del Lavoro.
Le attività sospese sono state 28, alcune delle quali del tutto sconosciute agli enti previdenziali e assicurativi e le irregolarità accertate arrivano quasi all'80%.
"Il capoluogo ligure si colloca nella media - spiega Fabrizio Nativi, direttore dell'ispettorato di Genova-, le situazioni di maggiore irregolarità si riscontrano, nelle fasce di lavoro notturno e nei giorni festivi".
Ad aggravare la situazione i fenomeni di esternalizzazione, che hanno forti ricadute sui lavoratori. "La Liguria sta vivendo una maggiore fragilità del tessuto produttivo, che lascia spazio a situazioni di dumping contrattuale, basato sul risparmio del costo del lavoro, affidato a società esterne. La causa può essere la crisi e, forse, anche una certa inconsapevolezza della irregolarità di tale condotta. Il nostro ruolo è anche quello di informazione ma dobbiamo lottare contro un fenomeno che viene portato avanti anche attraverso forme di marketing. Esistono entità economiche, sotto forma di cooperative o di imprese tradizionali, che promuovono presso gli imprenditori un risparmio cospicuo sul costo del lavoro attraverso l'esternalizzazione. Un vantaggio economico - conclude - che, spesso, corrisponde a un divario di retribuzione nei confronti del lavoratore, e queste sono condotte illecite che noi contrastiamo con forza".