La porzione del ponte Morandi attualmente sostenuto dai due piloni superstiti dopo il crollo del 14 agosto potrebbe essere recuperata, riportando il viadotto alla piena funzionalità ricostruendone solo 200 metri: questo lo scenario descritto dall'ingegnere Gabriele Camomilla al settimanale Oggi, al quale ha rilasciato una interessante intervista.
Camomilla, esperto di manutenzione di strade e viadotti, spiega: "I 500 metri di viadotto del Ponte Morandi che sono appoggiati sui piloni a V sono recuperabili e non andrebbero demoliti". Per l'ingegnere la decisione di abbattere tutto è stata presa in fretta e furia sulla spinta dello shock successivo al collasso del ponte: "Il viadotto sul Polcevera è lungo 1.181 metri. I 500 metri di viadotto che sono appoggiati sui piloni a V: sono certo che siano recuperabili. Perché demolirli? Chi vuole buttare giù tutto risponde a un'onda emozionale e non alla razionalità".
"Anche il pilone strallato numero 11, che nel 1992 rinforzai con cavi esterni - aggiunge Camomilla - si può di sicuro recuperare. Rimane in dubbio solo il pilone 10". Camomilla poi ha mostrato forte sfiducia verso il progetto presentato da Renzo Piano presso la regione Liguria: "Ammiro Renzo Piano, ma non ha progettato un ponte, ha progettato dei lampioni". Altrettanto caustico il giudizio sulla prospettiva di affidare i lavori di ricostruzione a Fincantieri: "Per carità, bravissimi, ma fanno navi, mica ponti".