Hugo Pratt e Genova: una storia ancora sotto un cono d'ombra che vale la pena di riscoprire. Quello ligure è un periodo poco raccontato, forse per i riflettori di solito accesi su altre fasi biografiche dell'artista, punteggiate dalle peregrinazioni dello stesso Pratt, impegnato in un costante periplo del mondo come i suoi personaggi e viaggiatore con mille patrie elettive, ma mai una lunga sosta. Eppure - come sanno bene gli appassionati - a Genova nasce il marinaio più emblematico del fumetto d'autore.
L'esordio di Corto Maltese è sulle pagine di Sgt. Kirk, l'indimenticata rivista diretta da Claudio Bertieri e pubblicata dall'editore genovese Florenzo Ivaldi. Era il primo numero, uscito nel luglio del 1967, e tra i flutti del Pacifico compariva un uomo legato ad una zattera; il protagonista di Una ballata del mare salato ha tutte le caratteristiche grafiche di Corto, anche se quelle psicologiche verranno meglio delineate negli albi successivi, ma subito segna un momento storico per la sinergia tra la letteratura e il fumetto.
In quegli anni Ivaldi, immobiliarista con il pallino della nona arte, chiama Pratt per stampare storie vecchie e nuove proprio all'ombra della Lanterna, e l'autore approda a Genova con il suo bagaglio di emozioni argentine. E' il crogiolo in cui si forgia la nuova visione di una letteratura disegnata, sulla scia delle ispirazioni del grande romanzo d'avventura.
Alla fine degli Anni Sessanta, Ferruccio Giromini comincia a frequentare la redazione di Sgt. Kirk e lì nasce l'amicizia con Hugo Pratt. Per Giromini, giornalista e critico della comunicazione visiva, si è rivelato un sodalizio duraturo che è proseguito sino agli ultimi giorni del fumettista, scomparso nel 1995.
"Non molti sanno che Corto Maltese è nato proprio a Genova, nel '67, e precisamente in via XX Settembre - così Ferruccio Giromini dipana il filo dei ricordi - Fu Ivaldi, appassionato di Hugo Pratt, che volle invitarlo a lavorare per una rivista che fosse incentrata sui suoi personaggi, come appunto era Sgt. Kirk. Pratt accettò e si trasferì in un appartamento di Salita Salvatore Viale, vicino al Ponte Monumentale. In quel momento cominciò a disegnare l'opera che lo avrebbe proiettato a livello internazionale, la Ballata. Io ero un ragazzino, appassionato di fumetti: la redazione della rivista mi chiedeva giudizi orientativi sulle tavole e sulle pubblicazioni, e io cominciai a frequentare la sede. Quando ho scoperto che Pratt lavorava da solo in redazione al sabato e alla domenica, ho iniziato ad andarlo a trovare. Lui aveva chiesto espressamente di avere una base di lavoro proprio in centro città, in via XX Settembre, che era un po' la 'Broadway' genovese: era la strada dei cinema e Pratt non perdeva occasione per andare a vedere film, che allora, sul finire degli anni Sessanta, contavano anche molte sperimentazioni narrative".
Pratt tratteggia Corto Maltese riprendendo un personaggio cinematografico, l'avventuriero O'Keefe, interpretato da Burt Lancaster nel film "Il Trono Nero". "E ci riversa dentro, in un gioco speculare tra creatore e creatura, una serie di elucubrazioni e idee sul mondo sue proprie - sottolinea Giromini - E' una grande riflessione sulla letterarietà dell'esistenza. Ricordo che nel 1967 morì un mio zio, che era un navigatore solitario e giramondo, e ne parlavamo con Hugo. In Corto Maltese c'è qualcosa di questo mio zio, cui ero molto legato, per cui sono rimasto ancor più legato al personaggio disegnato, quasi fosse uno di famiglia".
"Io, pur giovane, ero altrettanto appassionato di cinema ed entrambi eravamo appassionati di musica - continua Giromini - E ovviamente di fumetti. Avevamo materia di cui parlare. In più ci accomunava il fatto di avere due situazioni familiari multiculturali. Per me è stato un rapporto di amicizia importante, anche perché Pratt mi ha incoraggiato a intraprendere quella che sarebbe stata la professione di tutta la vita, focalizzata sulla cultura dell'immagine. E' stato, all'epoca, uno dei motori del mio futuro. Vederlo disegnare Una ballata del mare salato è stata una straordinaria esperienza formativa, anche perché allora io non apprezzavo il suo stile di disegno che era sempre più sintetico. E glielo dicevo: 'Ma perché disegni in questo modo?'. E lui si arrabbiava. Il tempo in qualche modo gli ha dato ragione".
La presenza di Hugo Pratt a Genova è passata sottotono perché, del resto, il successo di Corto Maltese è deflagrato più tardi sulla scena internazionale, quando l'autore veleggiava verso altri lidi. Ma la Liguria, con il suo sguardo sull'orizzonte marino, non può che avergli infuso quell'incanto che ancora oggi riesce a stregare i lettori del marinaio errabondo. Ne è convinto Giromini: "Da quel momento in poi è venuta fuori la caratteristica ligure del fumetto. In Liguria abbiamo una quantità enorme di disegnatori, illustratori, sceneggiatori e in passato anche editori di settore. Sembra derivare dal fatto che il mare che si estende davanti a noi è un invito all'immaginazione. Un orizzonte vuoto che possiamo riempire con quello che vogliamo. Qui si sono sempre create molte narrazioni attraverso le immagini".
"Da veneziano, Pratt capiva i genovesi - conclude Giromini - Non è solo un fatto da 'Repubbliche Marinare', ma attiene piuttosto ad un modo di ragionare comune, quello del partire e ritornare, quello di essere nomadi con la mente e l'immaginazione, non solo fisicamente. Hugo Pratt, come Corto Maltese, è il capostipite del navigatore dell'immaginario".